Villa La Colombaia. Salmon, un miracolo nella tenuta contesa da tedeschi e partigiani

Fu merito di Elena Cecchini e Vittoria Valacchi se, insieme a tutti gli abitanti a Samprugnano, riuscirono a evitare alla famiglia ebrea la cattura e la persecuzione delle leggi razziali.

Villa La Colombaia. Salmon, un miracolo nella tenuta contesa da tedeschi e partigiani

FIRENZE

Elena Cecchini e sua nipote Vittoria Valacchi si adoperarono per aiutare e assistere gli amici Elio e Clara Salmon e i loro tre figli. Dall’ottobre 1943, dopo essere venuti a conoscenza della razzia degli ebrei a Roma, i Salmon si erano trasferiti a La Consuma, nella villa dove erano soliti trascorrere le loro vacanze estive. Quando giunsero le notizie delle operazioni anti partigiane condotte da truppe tedesche e della RSI a Firenze, la famiglia Salmon chiese aiuto agli amici Cecchini, che offrirono loro rifugio in una casa colonica di loro proprietà a Samprugnano, denominata “La Colombaia”, abitata da alcuni contadini loro dipendenti. A partire dal novembre 1943 fino all’arrivo degli alleati, nonostante la villa fosse alternativamente presidiata da truppe naziste e partigiani, soprattutto Elena Cecchini e Vittoria Valacchi contribuirono alla salvezza della famiglia ebrea, recandosi al loro nascondiglio e portando loro cibo e altri materiali di sussistenza, che raccoglievano tra l’intera popolazione della zona, che mantenne sempre il silenzio sulla presenza della famiglia rifugiata.

Come ricorda Paolo Salmon, uno dei tre figli di Elio e Clara Salmon, "la salvezza fu dovuta anzitutto all’iniziativa e alla generosità di tutta la famiglia Cecchini e all’incessante sostegno da parte di Elisa Cecchini e di Vittoria Valacchi, che effettuavano visite continue al nostro rifugio, cariche di provviste alimentari, a completamento di quanto arrivava dai contadini di Volognano. La villa Cecchini, tra l’altro, era alternativamente occupata da truppe tedesche e frequentata da partigiani. La nostra salvezza è anche dovuta, è giusto ricordarlo, al comportamento di tutti gli abitanti della zona che hanno sempre mantenuto il silenzio".

"Assieme alla famiglia Cecchini, Vittoria rimarrà un esempio per le generazioni future: mentre milioni di persone rimanevano indifferenti di fronte al destino dei propri concittadini ebrei, lei scelse di sfidare la macchina della persecuzione nazifascista e prestare il proprio aiuto alla famiglia Salmon": le parole della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni parlano di una donna di grande coraggio nel momento della sua scomparsa a oltre cento anni. Il 28 aprile 2013 Yad Vashem ha riconosciuto Elena Cecchini e Vittoria Valacchi come Giusti tra le Nazioni.