
Nei centri estivi i ragazzi strutturano le proprie giornate fra giochi e divertimenti
L’estate è alle porte, i ragazzi iniziano a sentire law stanchezza dell’anno scolastico e per molti genitori si ripropone la consueta sfida: come conciliare le vacanze dei figli con i ritmi lavorativi? Con la chiusura delle scuole e delle attività pomeridiane, ci si affida spesso ai nonni o a babysitter, ma resta la necessità di strutturare le giornate dei più piccoli in modo equilibrato, alternando gioco, riposo, movimento e socialità. È ormai chiaro quanto l’attività fisica sia fondamentale nell’età dello sviluppo: le Nazioni Unite la riconoscono come un diritto essenziale, e non a caso il bel tempo estivo ci invita a muoverci di più. Il movimento, infatti, non è solo divertente: se praticato con costanza, aiuta a mantenere il peso forma, migliora la salute di cuore e polmoni, stimola il tono dell’umore, rafforza l’autostima e la consapevolezza del sé, favorendo anche il controllo emotivo. Per evitare che bambini e ragazzi trascorrano l’estate tra divano e schermi, una soluzione concreta è rappresentata dai centri estivi e dai campus, sia in città che fuori porta, che propongono attività fisiche non stressanti, laboratori creativi e momenti a contatto con la natura. Anche gli adolescenti possono essere incoraggiati a organizzare uscite attive con gli amici, come una pedalata, una nuotata o una passeggiata con il proprio cane. I centri estivi di oggi riprendono lo spirito delle colonie degli anni Settanta, offrendo ai ragazzi l’occasione di vivere esperienze formative e ludiche che favoriscono l’autonomia e la socializzazione, lontano dalla fretta e dalla formalità quotidiana. Alcuni campus includono anche momenti dedicati allo studio, con educatori preparati che aiutano a svolgere i compiti delle vacanze in un ambiente sereno. Secondo un’indagine dell’American Camp Association, il 96% dei bambini che ha frequentato un campus ha trovato nuovi amici, il 93% ha conosciuto coetanei diversi da sé, il 92% ha migliorato l’autostima e il 76% ha superato una paura. Il terapeuta Michael Ungar, intervistato dalla rivista Psychology Today, sottolinea come queste esperienze siano fondamentali per sviluppare resilienza e capacità relazionali, due competenze chiave per affrontare le sfide della crescita. In questo senso, un’estate ben costruita può diventare un’opportunità preziosa non solo per divertirsi, ma per crescere davvero. Un’estate attiva e condivisa permette ai bambini di scoprire nuove passioni e di rafforzare legami autentici.