I Della Riccia vittime dell’agguato della Gestapo

Umberto Natali, fattore di una tenuta a Pescia, aiutò la famiglia ebraica Della Riccia durante l'occupazione tedesca. Denunciati e deportati, i genitori morirono ad Auschwitz, ma le figlie furono salvate grazie all'aiuto di Natali. Riconosciuto come Giusto tra le Nazioni nel 2003.

PESCIA (Pistoia)

Umberto Natali era il fattore di una tenuta di proprietà di Fortunato Della Riccia a Pescia. Fortunato Della Riccia era un ebreo che viveva a Firenze, con sua moglie, Ester Servi e le sue tre figlie, Lea, Michal e Miriam che nel 1943, dopo l’occupazione tedesca, si era trasferito a Pescia, dove poche persone li conoscevano. Nell’autunno-inverno del 1943 la famiglia si spostò nel centro del paese, pensando di riuscire a mantenersi meglio in incognito. Dal momento che i Della Riccia non avevano le tessere annonarie, Umberto Natali provvedeva a rifornirli con i prodotti agricoli della loro fattoria. Inoltre, per precauzione i genitori inviavano le loro figlie più giovani, Lea, di 17 anni, e Michal, di 13, in un collegio di suore nella vicina città di Montecatini Terme, sotto falso nome.

I genitori si rivolsero poi a un conoscente, Mario Michelotti, impiegato al comune di Firenze, affinché gli fornisse documenti falsi. L’uomo però si approfittò in modo malvagio della situazione: estorse loro molto denaro e alla fine li denunciò. In seguito a tale delazione Fortunato e Ester, il 20 aprile 1944, furono arrestati da elementi della polizia tedesca e fascista repubblicana, e deportati ad Auschwitz. La figlia maggiore Miriam riusciva invece a fuggire, dirigendosi verso la fattoria di Natali, dove venne accolta e assistita.

Nel frattempo, con un’azione mirata e specifica, alcuni agenti della Gestapo si erano diretti anche al collegio di Montecatini, al fine di arrestare le sorelle di Miriam, Lea e Michal. Tuttavia anche loro riuscivano a fuggire con l’aiuto di alcune suore. Dopo aver pernottato in un vicino orfanotrofio, Natali le accolse in sicurezza presso la propria abitazione, escogitando comunque un piano B, cioè una via di fuga nel caso le autorità fossero di nuovo venute a cercarle. Diverse settimane dopo, una zia delle ragazze le contattò invitandole a raggiungerla nei pressi di Lucca, dove rimasero fino alla fine della guerra. Umberto Natali spesso le andò a trovare in bicicletta, portando loro cibo, perché sapeva che non avevano le tessere annonarie.La cerimonia di attribuzione del titolo per i Natali avvenne nel Comune di Uzzano (Pistoia), alla presenza della sola Amina.

Il 26 novembre del 2003 Yad Vashem ha riconosciuto Umberto Natali e Amina Natali come Giusti tra le Nazioni.