Palladino, idee e ambizioni. E la rivoluzione sul campo. In viola per volare in alto

Ha raccolto la complessa eredità di Italiano ma è già entrato nel cuore dei tifosi .

Raffaele Palladino è nato a Mugnano di Napoli il 17 aprile del 1985: i primi passi da calciatore nel Benevento con cui è arrivato all’esordio nel campionato di serie C

Raffaele Palladino è nato a Mugnano di Napoli il 17 aprile del 1985: i primi passi da calciatore nel Benevento con cui è arrivato all’esordio nel campionato di serie C

L’ambizione di Raffaele Palladino era chiara da mesi, quando ancora lo scorso campionato alla guida del Monza non era terminato: alzare l’asticella della propria carriera e misurarsi in Europa. Percorso simile a quello di mister Italiano. Due stagioni al Monza sopra ogni aspettativa, calciatori valorizzati e un bel gioco da proporre. Il Monza se l’è giocata con tutti, è andato a vincere sui campi più importanti d’Italia.

Aspetto che non è passato inosservato dalle parti del Viola Park quando c’è stato bisogno di scegliere il nuovo allenatore. Non è un mistero che la Fiorentina avesse in mano la candidatura di Alberto Aquilani, figliol prodigo che sarebbe tornato di corsa ad allenare la prima squadra. Pradè ci ha pensato e ripensato, poi ha chiamato Adriano Galliani per provare a prendere il tecnico campano. Detto e fatto, la Fiorentina è stata una delle prime a ufficializzare il nuovo allenatore.

Era il 4 giugno, il tecnico fu presentato un po’ a sorpresa nel corso della conferenza stampa di Daniele Pradè e Alessandro Ferrari. "Sono molto felice di essere il nuovo allenatore della Fiorentina - disse Palladino - e ci abbiamo messo due minuti a trovare l’accordo. Darò tutto me stesso per i tifosi e per portare in alto questa società così prestigiosa. Ringrazio i dirigenti e il presidente Rocco Commisso". Parole che poi avrebbe ripetuto anche più avanti, nel corso della sua presentazione ufficiale, snocciolando il concetto dell’ambizione, diventato poi cardine nell’estate della Fiorentina.

Fin da subito si è compreso l’avvio di una mezza rivoluzione tattica rispetto a quel che è estato nel recentissimo passato. Difesa a tre, centrocampo a quattro, due trequartisti alle spalle della punta. Concetto ribaltato: andare dentro per vie centrali e abbandonare l’ossessiva ricerca degli esterni offensivi, che spesso nelle ultime stagioni hanno tradito (chiaramente con alcune eccezioni).

Palladino ha dovuto fare in fretta. Poco tempo per far assorbire alla squadra i suoi concetti tattici e soprattutto un mercato che non ha portato fin da subito i rinforzi come avrebbe sperato. Difficoltà probabilmente messe in conto, con la speranza che questa sera a Parma la sua nuova Fiorentina sia già all’altezza della situazione. Non solo il campionato. Per la prima volta nella sua breve carriera da allenatore avrà anche l’onere e l’onore di misurarsi con una competizione europea. Playoff permettendo ci sarà da misurarsi con un modo diverso di lavorare.

Pochi allenamenti e tante partite nel corso delle settimane. All’inizio della gestione Italiano fu un problema di non poco conto da affrontare e il dazio fu pagato in campionato. Palladino può contare su un gruppo di calciatori ormai già abituati al doppio impegno settimanale,da questo punto un piccolo vantaggio per la sua gestione.

L’obiettivo resta quello di far strada nelle tre competizioni, ricreare entusiasmo nella tifoseria e provare a togliersi qualche soddisfazione, lì in quegli ultimi atti dove non è riuscito Italiano. Missione chiara, l’ambizione è altrettanto nota. Non resta che far parlare il campo. In bocca al lupo mister!

Alessandro Latini