Bravissimo a reagire alle critiche E a cambiare il modulo tattico Ora è davvero uno dei più forti

Così Vincenzo ha saputo trasformare una stagione che sembrava da incubo in un sogno perfetto

Bravissimo a reagire alle critiche  E a cambiare il modulo tattico  Ora è davvero uno dei più forti

Bravissimo a reagire alle critiche E a cambiare il modulo tattico Ora è davvero uno dei più forti

di Angelo Giorgetti

Integralista, fissato, prevedibile, quanti aggettivi sono stati lanciati contro Vincenzo Italiano nei momenti difficili _ ce ne sono stati parecchi in questa stagione _ quando sembrava che la Fiorentina non riuscisse a schiodarsi dal suo 4-3-3 orizzontale, mentre le sventagliate di tiri finivano spesso in Fiesole, o in Ferrovia.

Italiano, permalosissimo, ha attraversato la fase della cupezza trovando nuove energie, come ha sempre fatto nel suo passato. Molte definizioni sono state scelte per descrivere e raccontare la sua arrampicata, l’ascesa di uno che non è passato inosservato avendo scalato il calcio a colpi di promozioni: dall’Arzignano Valchiampo allo Spezia in meno di tre anni, per poi finire in serie A, sbarcare alla Fiorentina e portarla in Europa. E fra queste definizioni, molte lo hanno infastidito. La prima è quella di essere innamorato di un solo modulo (il 4-3-3) ma soprattutto del suo sistema di gioco. Ma Italiano ha dimostrato di sapere adattare l’impostazione (da febbraio la Fiorentina è passata al 4-2-3-1), mescolando anche le posizioni dei giocatori in base alle loro caratteristiche, cambiando i piani, facendo scivolare un mediano sull’ala e coprendo il suo posto con l’avanzata di un difensore.

Esattamente come Guardiola, che Vincenzo aveva ‘stalkerato’ da lontano e poi da vcino, confermandolo in un’intervista: "Lui ha stravolto tutto con quel Barcellona, con quella squadra stratosferica, e poi guarda ora, continua a proporre cose nuove con risultati eccezionali: creazione qualitativa dal basso, coinvolgimento del portiere, difensori responsabilizzati, mai una palla buttata via. Tutto chiuso e allora si ricomincia, dominio della partita, tante occasioni create. Quel Barcellona è stato qualcosa di diverso, di mai visto prima".

Questo ora. Ma raccontano che quando allenava l’Arzignano, Italiano obbligasse il suo minuscolo staff a seguire le partite del Manchester City e guai a barare, perché poi lui interrogava,

Insomma, erano già queste le avvisagli di una ‘cura dei particolari’ che l’ha portato a scalare tutti i gradini in tempi rapidi, addirittura fotonici non avendo alle spalle raccomandazioni particolari.

Tanti i pregi di un allenatore così, ma anche qualche limite? Quello principale – in alcuni momenti della stagione – è stata l’impostazione sempre aggressiva del gioco, che richiede concentrazione e capacità di lettura, oltre ovviamente alle doti tecniche e all’intensità fisica. Un mix che Pep ha applicato alla grande a bordo delle sue squadre-fuoriserie, ma anche Italiano ha saputo riprodurre il senso di quell’ambizione nelle categoria minori del calcio italiano.

E poi anche in quelle maggiori, se è vero che la promozione in A dello Spezia e poi la sua spericolata salvezza (pochi calcoli, gioco comunque aggressivo) hanno convinto la Fiorentina ad affidargli una panchina di valore, pagando anche una clausola rescissoria al club ligure. Subito l’Europa, poi la crisi del secondo anno _ tre impegni in una settimana, chi aveva l’esperienza per reggerli? _ e il filotto di 14 risultati utili consecutivi da febbraio in poi. Il resto è storia e allora appuntamento a stasera.