
Le strategie di sviluppo pianificate dall’azienda (Gruppo Cremonini) "Le linee guida per applicare l’economia circolare nella filiera del bovino. Teniamo al centro decarbonizzazione, lotta agli sprechi, ambiente".
"Il concetto di responsabilità sociale d’impresa è di particolare rilevanza per il Gruppo Cremonini, fondato nel 1963 da Luigi Cremonini e che oggi rappresenta la più grande realtà italiana nel settore, nonché principale attore europeo nella produzione di carne bovina". A dirlo è un recente studio pubblicato su Logistica Management, speciale Food&Grocery, che ha focalizzato l’attenzione sulle sfide sostenibili dell’industriale della carne italiana. Ne abbiamo parlato con Giovanni Sorlini, responsabile qualità, sicurezza e sviluppo sostenibile di Inalca (Gruppo Cremonini).
Cosa dice lo studio?
"Attraverso la ricerca condotta da Benedetta Carrara e Albachiara Bottelli, dell’Università degli Studi di Bergamo, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione, viene evidenziato come l’azienda eserciti un attento controllo sull’intero processo produttivo, dall’allevamento del bestiame fino al prodotto finale messo a disposizione dei consumatori. In questo ambito il nostro gruppo vanta numerosi primati anche su scala globale. Proprio Inalca è la società del Gruppo che supervisiona l’intera supply chain relativa alla carne, dalla produzione al prodotto finito distribuito al cliente".
Quali sono le chiavi del vostro impegno sulla sostenibilità?
"Ci sono tre aree di strategica importanza per Inalca: la gestione dei rifiuti e l’implementazione di pratiche di economia circolare, il benessere animale e una gestione sostenibile della supply chain, che si lega strettamente al tema della responsabilità sociale".
Come si integrano queste aree col business della carne?
Da sempre per l’azienda la sostenibilità è parte integrante del business e da oltre 25 anni abbiamo sviluppato un approccio sistemico al mondo della carne, realizzando una rete innovativa e intelligente di impianti produttivi per ottenere la massima valorizzazione e la più elevata gerarchia d’uso da ogni parte del bovino. Spiego meglio: oltre alla produzione tradizionale delle carni, abbiamo realizzato un ecosistema produttivo che trasforma ogni scarto o sottoprodotto attraverso processi innovativi che è alla base dello sviluppo sostenibile e allo stesso tempo rappresenta un’efficace risposta alla domanda globale di sicurezza alimentare. Questo percorso ha portato Inalca a integrare i propri processi, sia in verticale – dall’allevamento al prodotto finito – sia in orizzontale, interagendo sul territorio con altri soggetti economici e sviluppando forme di simbiosi industriale nei vari settori d’uso dei prodotti. Se da oltre 60 anni il mercato delle carni rappresenta la radice storica di Inalca, il modello di economia circolare che l’azienda ha adottato le consente oggi di collaborare e creare sinergie in tutti i settori ad esso collegati: biomedicale, mangimi, fertilizzanti, pet food e bioenergie".
Quali sono gli obiettivi principali da raggiungere?
"La responsabilità sociale d’impresa intende supportare il raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Si tratta cioè di dare il proprio contributo ad affrontare sfide globali e centrali come quelle del cambiamento climatico, della povertà e disuguaglianza, promuovendo contemporaneamente la sostenibilità a lungo termine. A centrare i 17 obiettivi contribuiscono anche l’SDG2 (zero fame) e SDG1 (riduzione della povertà), l’SDG3 (salute e benessere) e ancora l’SDG9 (industrie, innovazione e infrastrutture) che si lega al tema della modernizzazione delle lavorazioni. Fondamentale anche la collaborazione tra i vari protagonisti della filiera per raggiungere l’obiettivo SDG17 che punta a facilitare il raggiungimento di tutti gli altri".
Giorgio Peruzzi