
Monia Monni, assessora all’ambiente della Regione Toscana, con delega per Parchi, aree protette e biodiversità
Cinquant’anni fa, il 5 giugno 1975, la Toscana compì una scelta che potremmo definire rivoluzionaria. Con la legge regionale n. 65 istituì il Parco della Maremma, il primo Parco naturale regionale della nostra regione e il secondo in assoluto nel panorama nazionale. Un gesto politico e culturale forte, che andava ben oltre la semplice istituzione di un’area protetta. In un’epoca di crescita economica impetuosa e di diffusa urbanizzazione, scegliere di destinare una parte del territorio alla tutela ambientale significava riconoscere che non esiste progresso senza equilibrio, e che lo sviluppo non può essere misurato soltanto in metri cubi di cemento o in percentuali di PIL, ma anche nella qualità dell’aria, nell’integrità degli ecosistemi, nella possibilità per le persone di sentirsi parte di un territorio integro, giusto, abitabile.
Da quella scelta è nato un sistema regionale che oggi conta tre parchi naturali regionali, un parco interprovinciale in trasformazione, 47 riserve naturali regionali, tre parchi nazionali, un’area marina protetta, decine di riserve statali e oltre 150 siti della rete Natura 2000. I parchi, oggi, non sono più luoghi separati dal resto del territorio. Sono spazi dinamici, dove natura, economia e cultura si incontrano. Sono luoghi in cui si sperimenta una nuova alleanza tra cura dell’ambiente e benessere delle persone.
Il Parco della Maremma incarna tutto questo. In questi cinquant’anni ha accolto visitatori, ha costruito economie locali sostenibili, ha educato intere generazioni al rispetto della natura. Lo dimostrano i riconoscimenti ottenuti: il prestigioso Diploma Europeo del Consiglio d’Europa, conferito nel 1992 e rinnovato ogni anno; la Carta Europea del Turismo Sostenibile; la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001. Ma lo dimostrano ancora di più le persone che abitano quel territorio e che hanno fatto del Parco un pezzo della propria identità. Oggi non siamo chiamati solo a celebrare un anniversario. Siamo chiamati a rinnovare un impegno. Le sfide che abbiamo di fronte – crisi climatica, erosione della biodiversità, pressione sulle risorse naturali – richiedono una fase in cui i parchi e le aree protette diventino veri e propri motori di cambiamento. In quest’ottica si inserisce il nuovo Piano integrato del Parco della Maremma, oggi all’attenzione del Consiglio regionale. Uno strumento che riconosce la complessità dei territori, che valorizza le connessioni tra l’ambiente naturale e le comunità umane, che apre il Parco verso la città, fino a ipotizzarne un’estensione verso Grosseto. Cinquant’anni dopo, possiamo dire che quel primo passo è diventato un cammino condiviso. E oggi, in un tempo nuovo e più complesso, siamo chiamati a proseguire lungo quella strada con lo stesso coraggio.
*Assessora all’ambiente, Parchi, aree protette e biodiversità della Regione Toscana