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Amedeo Fei: cuore Chiusi Dal 2002 è il presidente

L’attuale massimo dirigente entrò nel settore giovanile a soli sette anni. Dopo una più che discreta carriera da calciatore il ritorno in biancorosso

Per Amedeo Fei la sua Chiusi è stata sia il punto di partenza che il punto di arrivo di una discreta carriera di calciatore. "Avevo 7 anni – racconta l’attuale presidente della società chiusina – quando cominciai a giocare nel Nagc, cioè nella Scuola Calcio biancorossa di allora. A 14 anni fui preso dal Siena dove feci tutte le giovanili fino ad esordire in prima squadra in serie C ad Ascoli contro al ‘Del Duca’".

Dopo la casacca bianconera? "Andai nell’Avellino in serie B nel 1973 e poi passai alla Salernitana. L’apice del mio percorso lo raggiunsi nel Perugia 1978-79, quello del secondo posto e dell’imbattibilità. Poi la Cremonese ed il ritorno a Siena sotto la presidenza di Danilo Nannini".

Ma nel suo cuore c’era il Chiusi?

"Sì, infatti, prima di smettere di giocare feci altre sei stagioni in biancorosso…".

E l’attività di dirigente?

"La iniziai come accompagnatore nella metà degli anni ’80 per diventare poi presidente nel 2002. Da allora sono sempre stato confermato in questo ruolo". Il ricordo più bello nel Chiusi? "Da calciatore sicuramente il famoso spareggio con il Porto Ercole che, vincendolo per 1-0 con un gol di Cencini, ci permise di approdare in Promozione. Da presidente, invece, il salto in Eccellenza ottenuto nel 2016…".

Venendo al presente?

"L’obiettivo è quello di tornare a giocare in condizioni di assoluta sicurezza nei confronti di tutti i tesserati. Altrimenti penso che sia meglio ripartire a settembre. Per il resto sono molto soddisfatto dei due campi sintetici che abbiamo a disposizione grazie all’aiuto del Comune. Anche le giovanili hanno modo di utilizzarli con buon profitto".

Giuseppe Stefanachi