
‘Una grande cavalcata’: sul maxi schermo scorrono le immagini dei bianconeri, degli undici in campo, protagonisti, gol dopo gol, di...
‘Una grande cavalcata’: sul maxi schermo scorrono le immagini dei bianconeri, degli undici in campo, protagonisti, gol dopo gol, di un campionato entrato nella storia; e dei tifosi che, sempre più numerosi, li hanno sostenuti nell’impresa. Il presidentissimo ripercorre quei momenti, insieme a tutti – tantissimi – gli sponsor presenti, nello splendido Hotel Patriarca di Chiusi, durante la cena organizzata per salutare la stagione. Tiene in mano un foglio, Maurizio Sani (foto): ci sono i nomi delle squadre ai nastri di partenza della Serie C 2024/2025. Li legge e poi sorride. "Piancastagnaio è un paese di 3800 abitanti – spiega – è la realtà più piccola della terza categoria, su 60 squadre. Siamo stati la 59ª ad aver speso meno e la 60ª è retrocessa. Voglio dire insomma che abbiamo fatto bene anche a livello economico, non solo sul campo. E questo ci è stato riconosciuto non solo sul territorio senese o toscano, ma italiano. Sono contento, ci siamo divertiti".
L’entusiasmo lo accompagna e, non lo nasconde, ne ha il serbatoio pieno. "Non vi preoccupate, io ci sono – afferma –, anche per il prossimo campionato, e ci sono anche grazie a tutti voi. Questa bella serata è la dimostrazione di chi sono io e di cos’è la Pianese".
"La volontà ce la metto – aggiunge il presidente bianconero –, questa società ha alle spalle una grande azienda che si chiama Stosa. E siccome la Stosa va bene, sono tranquillo. Se va bene la Stosa, va bene anche la squadra".
Non chiedetegli, però, di allenatori, calciatori o sistemi di gioco, il suo ‘compito’ è di diversa natura.... "Dal punto di vista sportivo ha tutto in mano Cangi, un direttore molto bravo, che in questi due anni ha fatto benissimo e di cui mi fido ciecamente – sottolinea Sani –. Qualunque cosa mi chiede lo accontento. Del mister so giusto che al momento non ce l’abbiamo… La nostra ambizione, comunque, è di ripetere quanto di buono fatto, anche perché quando una cosa è fatta bene, poi è difficile tornare indietro. Speriamo vada tutto bene, vogliamo toglierci altre soddisfazioni – la conclusione –. Io ci metto quello che ci vuole, ovvero i soldi. Si dice che per giocare a calcio servono un pallone e un presidente: i palloni ce li dà la Federazione, il presidente sono io".
A.G.
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