
E’ stato l’ultimo Palio del secolo. Un Palio dal sapore di rivalsa. A regalare il trionfo alla Chiocciola, 17 anni dopo, Votta Votta, quella cavallina additata dai tanti. Ma non da Massimino che in lei credeva ciecamente. "Non era potente, non era il barbero più ambito – ricorda oggi Massimo Coghe –. Ma io ero stato chiaro: sarei montato su lei o Lupo del Cimino. Stop. Dicevano che era pigra, che andava sollecitata: lo feci giusto all’inizio, ma non durante i tre giri. Le volevo bene e lei ha ricambiato tutto il mio affetto". Anche lui, Massimino, aveva fame di rivincita e in quel 16 agosto 1999 sentiva che ce l’avrebbe fatta. E poi quella maglietta che gli avevano preparato i figli, con una loro foto, messa sotto il giubbetto gli dava una carica in più. ‘Le mie Iene mi portano bene’ c’era scritto. In quegli anni la trasmissione andava forte. "La prima cosa che ho fatto alzato il nerbo – afferma – è stata aprirmi il giubbetto per farla vedere. Una gioia enorme, per me, per la mia famiglia. Non vincevo dal 1994 e avevo capito di essere vicino alla fine. Dovevo vincere. In tutte le Carriere precedenti avevo messo gli altri davanti a me, da quel momento in poi misi invece me davanti agli altri, forse anche in maniera egoistica. La mia vita era cambiata, tutte le emozioni le avevo trasformate in forza". Sì, perché quello del 16 agosto 1999 fu anche il Palio delle emozioni forti, contrastanti. "Nella Chiocciola non mi volevano – ricorda l’ex fantino di Piazza –: per la cena della prova generale, il messaggio arrivò forte e chiaro. I quattro giorni li trascorsi allora in isolamento, leggendo un libro, concentrato su quello che avrei dovuto fare, sulle strategie da adottare. Poi dopo la corsa, ogni malumore si trasformò in gioia: la gente venne a scusarsi, io mi sono goduto la festa, dall’inizio alla fine, sono stati momenti bellissimi. Ricordo bene l’apoteosi del giubilo dopo la corsa, eccezionale". "Peccato che il rapporto si sia incrinato, qualche anno dopo, per motivi stupidi, quando invece sarebbe potuto proseguire – aggiunge poi –. E me lo sarei meritato, per aver riportato la Contrada alla vittoria dopo tanti anni, anche con una gamba rotta: sono montato, ma non stavo bene". Ma questa è un’altra storia. La storia della vittoria della Chiocciola narra che uno dei primi pensieri, dopo aver alzato il nerbo, Massimo Coghe lo rivolse ad Augusto Posta. "Avevamo un bel rapporto – sottolinea – ed ero contento che la sua cavalla, considerata una ‘somarona’, fosse diventata la regina di Piazza. Un bel riscatto, decisamente". Un Palio, sì, dal sapore della rivalsa. "Le vittorie non sono mai il frutto di un lavoro di pochi giorni – afferma Massimino –, ma di rapporti, anche forti, che arrivano da lontano, di costruzione e di sinergie". "Peccato che da quel 16 agosto sia passato troppo tempo – sorride poi – ma rimane un bel ricordo". Angela Gorellini