DIGIUSEPPE SERAFINI
Cronaca

Vivo d’Orcia, chiude anche la macelleria

Dopo 40 anni di attività il 31 dicembre ha abbassato la saracinesca. Barni: "Nonostante gli sforzi ci siamo dovuti arrendere"

di Giuseppe Serafini

Dopo quaranta anni di attività la saracinesca della storica macelleria "Sfizi di carne" a Vivo d’Orcia si è abbassata per sempre. Un momento triste non solo per il titolare Giorgio Barni e la sua assistente Roxana Negru, eredi di una lunga generazione di commercianti famosi in tutta l’ Amiata e la Valdorcia. È un colpo duro per la piccola comunità di seicento abitanti che rischia di rimanere senza servizi essenziali: l’ ufficio postale chiuso da anni, la banca con i servizi ridotti e si ipotizza a breve anche la chiusura dell’unico forno.

Alla conclusione dell’attività, proprio il 31 dicembre, il titolare Giorgio Barni ha raccontato le sue ultime impressioni prima dell’addio allo storico negozio.

Quando è nata la macelleria?

"Fu inaugurata il 25 novembre 1983. Titolari erano mio padre Mauro Barni e Enzo Bartolomei mio zio. Infatti il nome dell’ attività era ’Macelleria Barni e Bartolomei’. A fianco di mio padre e mio zio le mogli. Qui venivano preparate artigianalmente carni e salumi di pregiata qualità. Oltre a questa attività avevano anche altri esercizi commerciali tra cui un bar successivamente lasciato".

Poi è subentrato lei.

"Nel novembre 2012 rilevai l’ attività dai miei cari, apportando importanti cambiamenti nell’offerta dei prodotti, ossia carni fresche ’pronto cuoci’, carni già cotte, porchette, rosticceria e salumi stagionati, come pancette, prosciutti, capocolli . Per anni abbiamo cercato con successo di stare al passo con i tempi allargando l’ attività e fornendo le nostre carni anche ad importanti ristoranti della zona. Nonostante gli sforzi e l’impegno, io e la mia bravissima commessa Roxana detta Roxi abbiamo dovuto arrenderci e dire addio alla macelleria ’Sfizi di carne’".

Come mai sempre più attività chiudono nei piccoli paesi?

"Certamente venendo a mancare per sempre un’attività commerciale definita dagli abitanti ’una colonna fondamentale per la vita della piccola comunità’, viene spontaneo fare una riflessione sulle cause di questi abbandoni e chiusure. Oggi sono le spese, energetiche e i continui aumenti di materiali e prodotti, costi esagerati di gestione e spopolamento di persone. Gli abitanti di Vivo d’Orcia ci hanno permesso di arrivare fino ad oggi, ed è importante ringraziarli, ma purtroppo questa è la realtà, le attività morte non risorgeranno ahimè più".

x