REDAZIONE SIENA

Vitello resta a Siena Ricorso al Tar respinto

Corsa alla procura di Torino, il tribunale amministrativo emette la sentenza e dà ragione ad Anna Maria Loreto

Vitello resta a Siena Ricorso al Tar respinto

di Laura Valdesi

SIENA

Il procuratore Salvatore Vitello resta a Siena. Almeno per adesso. Non è stato accolto infatti il ricorso presentato dal capo dell’Ufficio di viale Franci al Tar del Lazio, quasi un anno fa, per contestare la decisione del Consiglio superiore della Magistratura che nel dicembre 2019 aveva nominato alla guida della procura torinese Anna Maria Loreto con 12 voti favorevoli contro 7.

Il tribunale amministrativo si è pronunciato giovedì e la sentenza è comunque appellabile al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, però, potrebbe dirimere la questione anche fra alcuni anni. La notizia che il procuratore Vitello resta saldamente al suo posto (anche se ieri non era nell’ufficio al quarto piano) ha in breve fatto il giro di palazzo di giustizia che pure era abbastanza deserto, complice la zona rossa unitamente ad un minor numero di udienze.

Una delle questioni su cui si era incentrato il braccio di ferro fra colleghi che, tra l’altro, si conoscono da tempo, era stata la valutazione dei titoli. Se Vitello rivendicava per esempio la guida della procura ormai da anni mentre Loreto è al primo mandato, per contro quest’ultima vantava lunghi anni alla direzione distrettuale antimafia piemontese, circa 12. Nel corso dei quali si è occupata di fenomeni di ’ndrangheta e di mafie straniere. Esperienza di cui c’è necessità a Torino in quanto viene riconosciuta appunto l’elevata penetrazione nel tessuto locale della criminalità organizzata. Dato questo messo nero su bianco per cui ha fatto parlare il capoluogo piemontese.

Anche Vitello, tuttavia, ha guidato la procura di Lamezia Terme sebbene sia inferiore il numero di pm coordinati, 8 attualmente a Siena rispetto ai 10 della Loreto quando era aggiunto della Dda. E ancora: l’anzianità di servizio avrebbe pesato sulla decisione finale a favore della prima donna alla guida della procura torinese.