REDAZIONE SIENA

Vino, "il Brunello tornerà a essere re negli Usa"

Richard Parsons, ex presidente e ceo di Time Warner: "Mi sono innamorato di Montalcino allo stesso modo di come amo il vino"

Richard Parsons, ex vertice di Time Warner, nella sua cantina nella tenuta Il Palazzone

Siena, 2 giugno 2020 - Si divide con l’ex ambasciatore John Pilllips, il proprietario di Borgo Finocchieto, il primato di americano più importante che abbia eletto la provincia come buen retiro. Quando Barack Obama tre anni fa arrivò in Valdorcia in vacanza con la moglie Michelle, ad accompagnarlo nel buen retiro di Philllips fu il suo ex consigliere economico Richard Parsons, che si intrattenne con lui in una partita a golf nel resort di Castiglion del Bosco. Parsons è un uomo d’affari conosciutissimo negli Usa. E’ stato al vertice di colossi come Time Warner e Citigroup, sostiene diverse fondazioni ed è appassionato di jazz e vino italiano, il Brunello in particolare.

Si spiega così la sua acquisizione, nel 2000, dell’azienda Il Palazzone. Parsons cercava una tenuta da acquistare in Toscana: partì da Lucca, passò per Firenze e si fermò a Montalcino. "Sono venuto qui per l’amore che provo verso il Brunello, il mio vino preferito – ha raccontato Parsons a Montalcino News – ma, dopo il mio arrivo, mi sono innamorato del luogo allo stesso modo che del vino. Sono stato fortunato ad aver acquistato una piccola proprietà, Il Palazzone, che rappresenta il meglio della campagna toscana".

Oggi la gestione americana de Il Palazzone compie 20 anni. "Posso assicurare che non è un gioco – spiega, sempre a Montalcino News Laura Gray, che gestisce l’azienda per conto di Parsons – è una sua passione, ci ha sempre creduto tanto, per lui non è un mero investimento. Viene a Montalcino il più possibile, di solito 7-10 giorni a maggio e ad ottobre. Dice che è il suo posto preferito al mondo perché si dissocia dal lavoro. Qui può distrarsi, può vestirsi senza portare una cravatta, può infilarsi tranquillamente in una Smart, lui che è un uomo altissimo!".

L’indole di Parsons si intuisce anche dalla nuova cantina, completata nel 2012. Una struttura semplice, funzionale. Bellissima ma non sfarzosa. La firma è dell’architetto Marco Pignattai, di Montalcino, e già qui si capisce la volontà di interagire e integrarsi con il territorio. "Produciamo un vino che rispetta le tradizioni di Montalcino", dice Laura Gray, scozzese laurea in Lettere ad Oxford capitata a Montalcino quasi per caso. Ero in vacanza con la famiglia e ho conosciuto Marco Sassetti, mio marito. Mi sono trasferita in Italia a 20 anni, nel 1995, e ho cominciato a lavorare a Poggio Antico. Nel frattempo aiutavo Marco nel suo ristorante. È lì che abbiamo incontrato Mister Parsons. Ci ha chiesto se volevamo lavorare per lui. Abbiamo venduto il ristorante e il resto è storia". Laura, che è sommelier, gestisce la parte amministrativa, le vendite e il marketing, Marco si occupa della campagna. L’ettaro e mezzo di vigneto con l’avvento di Parsons ora sono 5, tutti iscritti a Brunello, con due vigneti a Castelnuovo dell’Abate.

Tornando al vino, c’è una curiosità che simboleggia la filosofia di Richard Parsons: la metà del prodotto viene venduta direttamente in azienda. Gli States, che rappresentano il mercato estero più importante, valgono il 20% dell’export. "Ognuno, qui in Usa, dice che il Brunello, di tutti i vini italiani, è il suo preferito – ammette Richard Parsons – per questo, nonostante le difficoltà del momento, le prospettive per il Brunello nel mercato americano sono brillanti".