"Vialli, amico e grande persona"

Andrea Pecciarini, poggibonsese, racconta il solido rapporto con il grande campione scomparso

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di Paolo Bartalini

Ha compiuto insieme con Gianluca Vialli una parte del suo percorso professionale. Andrea Pecciarini, solide radici a Poggibonsi, da decenni è attivo nel marketing, nello staff tecnico, nel coaching e nella comunicazione al fianco di vari club ai massimi livelli e per un arco di tempo si è dedicato anche ai progetti della Fondazione Vialli e Mauro. Ovvero l’organizzazione creata dal campione emblema del coraggio, scomparso nel giorno dell’Epifania, e da Massimo Mauro, con gli intenti di sostenere la prevenzione e la cura sul cancro e di finanziare la ricerca in materia di Sla.

"Lo conobbi più di vent’anni fa – racconta Pecciarini – quando iniziai a seguire da vicino alcuni dei percorsi operativi della Fondazione Vialli e Mauro, dalle competizioni di golf in beneficenza a un’idea da sviluppare a proposito di un museo mondiale del calcio. Siamo rimasti in contatto, nel tempo, e l’ultima nostro incontro è avvenuto in occasione del Salone del Risparmio a Milano. ‘Sto bene e vado avanti nella mia lotta contro la malattia’, mi disse. Era ricco e famoso, però non ha mai accantonato la gentilezza e l’umiltà. Per me è stato un ottimo datore di lavoro e molto di più, visto che abbiamo stretto un legame che ha avuto modo di cementarsi pure per effetto della mia passione blucerchiata".

Per Andrea Pecciarini le esperienze con la Juventus, il Milan, il Siena, la Spal. Ma con Gianluca Vialli sono maturate nell’arco delle stagioni le opportunità per stringere un rapporto speciale, sul piano umano.

Un ricordo da conservare?

"Partecipai, da invitato, al ricevimento nuziale a Grumello Cremonese. Arrivai a destinazione da Poggibonsi a bordo della mia Volkswagen Polo in quella prestigiosa cornice per una festa in stile Anni Venti. Mi sentii un po’ nel ruolo di Alice nel Paese nel paese delle meraviglie".

Un’altra occasione, per concludere?

"Alla vigilia del lockdown chiamai Gianluca al telefono per illustrargli i contenuti di una mia iniziativa. Decise di riservarmi un collegamento Skype di quasi tre ore. Difficile trovare tanta disponibilità. Una condotta, direi, del tutto coerente con le qualità che ognuno, tra tifosi e affezionati all’universo calcistico, ha ravvisato in lui. Un’immagine in linea con il suo esemplare itinerario di vita".