REDAZIONE SIENA

Vertenza Gsk, arriva il momento delle scelte

Domani in calendario l’incontro tra l’azienda e le rappresentanze sindacali. Le tre opzioni per i 61 dipendenti considerati in esubero.

Si avvicina il momento della verità sulla vertenza Gsk che coinvolge 61 lavoratori nell’ambito del progetto di riorganizzazione generale. Domani l’azienda si riunirà con le Rsu per monitorare l’andamento dell’accordo raggiunto il 6 luglio a fronte dell’apertura di una procedura di licenziamento attivata da Gsk lo scorso febbraio.

Sul piatto questa volta verranno messi i numeri, ovvero quanti dei 61 lavoratori ( 40 dipendenti del settore Ricerca di Siena, uno di Messina e 20 di Rosia) hanno aderito a quegli strumenti definiti da quell’intesa per il loro ricollocamento. "Ovvero la richiesta di trasformare il loro rapporto di lavoro da full time a part-time – spiega Marco Goracci, segretario generale Filctem Cgil Siena - , la possibilità di richiedere in maniera volontaria una sorta di buona uscita per lasciare l’azienda con un incentivo all’esodo, o il prepensionamento".

Su quest’ultimo punto ci sarà una riunione ad hoc il 28 agosto. "L’azienda sta registrando le richieste e nel mese di settembre dirà ai lavoratori se sono state accettate o meno - spiega Goracci - . La nostra richiesta è che i vertici diano prova di aver effettivamente fatto il massimo per tutti quei lavoratori coinvolti".

Lavoratori che dovranno, dunque, ancora attendere il prossimo mese per sapere cosa l’azienda ha deciso per loro. Il loro destino è ancora incerto ma tanti fra loro hanno richiesto un incentivo all’esodo. "Per questo, e anche a fronte di quello che deciderà l’azienda, il clima fra loro non è dei migliori – afferma ancora Goracci -. Non si spiegano quello che sta accadendo in un periodo di forte ottimismo aziendale legato all’emergenza Coronavirus e alla ricerca del vaccino. Tutti in azienda vedono con grande speranza l’accordo fatto con Sanofi per sviluppare un vaccino adiuvato COVID-19, perché qualora ci dovesse essere questa possibilità invece che di licenziamenti si potrebbe parlare di incrementi dell’occupazione".

Agli occhi dei lavoratori, dunque, suona strano e sembra paradossale parlare di esuberi in un momento in cui le case farmaceutiche fanno affari d’oro e che anche Gsk è in pista per ricercare un vaccino.

Paradosso e situazione in generale che crea (soprattutto in quei lavoratori che hanno vissuto la gestione Novartis) molta demotivazione. La paura più forte è quella di un colpo a sorpresa da parte dell’azienda. Anche per questo le Rsu non hanno mai mollato la presa in questi mesi, ma la strada è ancora in salita.

"Il nostro auspicio è che l’azienda tenga fede di quell’intesa raggiunta il 6 luglio – conclude Goracci -. Noi abbiamo fatto pressioni per creare le condizioni migliori per ricollocare quei lavoratori in esubero che non hanno deciso di lasciare l’azienda attraverso gli strumenti individuati. Certo, il periodo è stato piuttosto lungo, interrotto anche dal lockdown, ma i tanti confronti (anche molto accesi, ndr) ci hanno permesso comunque di raggiungere un accordo. Adesso sapere i numeri servirà a monitorare la situazione reale".

Simona Sassetti