
Vecchia stazione, addio inquilini. Operazione di recupero in vista
Da alcune settimane i tre portoni che danno su viale Mazzini sono tutti chiusi con un lucchetto, a testimonianza che il palazzo è ormai completamente disabitato. Non un palazzo qualunque, ma la vecchia stazione di Siena alle porte della città, un edificio storico che versa da tempo in condizioni assai precarie. Negli ultimi mesi si sono succeduti i traslochi, sollecitati dal Demanio militare proprietario dello stabile che, a lungo, è stato utilizzato per ospitare per lo più paracadutisti in servizio a Siena.
In vista c’è una profonda ristrutturazione dell’immobile, a partire dagli impianti ma non solo, con alcuni interventi che non potevano essere effettuati con la presenza degli inquilini. E poi ci sarebbe anche una questione non da poco che intreccia urbanistica e storia: sul retro del palazzo, negli anni sono stati realizzati alcuni giardini, recintati da mura alte oltre due metri, proprio laddove si trovavano i binari di arrivo.
Quelli che, per capirsi, poche decine di metri più in là sono stati valorizzati come testimonianza imprescindibile all’interno della sede direzionale di Banca Mps, nell’opera realizzata dall’architetto Augusto Mazzini.
Qui invece, ormai da molto tempo, i binari sono stati inghiottiti da quei giardini che ora, a quanto trapela, potrebbero essere smantellati, restituendo un nuovo profilo al palazzo che ha bisogno di sostanziosi interventi interni ma anche esterni. E facendo riemergere quell’antico tracciato ferrato.
Alcuni anni fa, a seguito di un cedimento di parte della facciata sul marciapiedi di viale Mazzini, fu eseguita la messa in sicurezza, provocando la caduta di tutte le parti di intonaco e dei cornicioni non più stabili. A quell’operazione non è più seguito un ripristino della facciata, che presenta numerose parti degradate. Così come sono praticamente illeggibili le testimonianze che attestano il valore storico dell’area, dove attraccava tutto il traffico ferroviario prima che si decidesse di spostare la stazione a valle, nell’attuale piazza Rosselli.
Proprio la presenza della stazione in viale Mazzini, aveva determinato l’ampliamento di via Garibaldi e soprattutto l’apertura del varco nelle mura, all’altezza delle Lupe, la ’barriera di San Lorenzo’.