REDAZIONE SIENA

Variante brasiliana a Monteroni, scuole chiuse

Il focolaio scoppiato alla media ’Fucini’. Positivi dieci ragazzi e tre familiari. La virologa Cusi: "Accertata anche la presenza dell’inglese"

I dieci positivi a Monteroni d’Arbia spuntati nel report di martedì avevano lanciato l’allarme, ieri la conferma della presenza di una variante Covid è del sindaco Gabriele Berni: "C’è stata la comunicazione della presenza della variante brasiliana in alcuni dei casi residenti nel nostro comune risultati positivi al tampone: stiamo procedendo nel mettere in atto delle misure precauzionali". Il focolaio sarebbe scoppiato alla media Fucini con ben 13 positivi – di cui 10 ragazzi e tre familiari – e di conseguenza tutte le scuole di ogni ordine e grado, nido compreso, sono state chiuse già da ieri in via precauzionale e per consentire le operazioni di sanificazione.

La presenza della variante è poi confermata da chi l’ha individuata con sequenziamento genomico: "Abbiamo accertato e notificato al Comune la presenza della variante’ – dice la professoressa Maria Grazia Cusi, direttrice del Laboratorio di Virologia e Microbiologia delle Scotte – Il focolaio è in una scuola di Monteroni e la variante riguarda diversi casi. Ma oltre alla brasiliana nella stessa comunità c’è anche la variante inglese, che secondo i più recenti studi colpisce anche l’età giovanile, fino a 50 anni e comunque si trasmette in una fascia anagrafica inferiore rispetto a quella in cui si è mosso il virus circolante fino ad oggi. Per quanto riguarda la variante inglese, come già detto, è ormai presente in tutta la provincia: anche a Siena, l’abbiamo trovata in alcuni ragazzi positivi di una classe del liceo Galilei". Cosa accade ora? E cosa si sa di queste varianti? Alla prima domanda saranno gli enti locali, Comune e Regione con il parere delle autorità sanitarie e la Prefettura, a rispondere, evidentemente con nuove misure restrittive o comunque di contenimento.:

"Sono in contatto con la Regione – conferma il sindaco Berni - e la riflessione sulla possibilità della zona rossa è stata fatta. Per il momento però, con 33 casi in tutto il Comune, numeri inferiori ad altre realtà, la decisione è prematura: in base all’evoluzione del quadro, valuteremo tutte le possibilità". Per quanto riguarda l’aspetto sanitario, certo la presenza delle varianti complica ancora di più se possibile la situazione. "Premesso che ad oggi non c’è traccia della variante sudafricana, le altre due, quella brasiliana e l’inglese, sono assai diffuse – spiega la professoressa Cusi – visto che hanno una maggiore trasmissibilità, sono più contagiose. Sulla gravità della variante inglese, l’unica che conosciamo, c’è una valutazione di un Centro di prevenzione europeo sulle malattie infettive che si è espresso sui casi in Gran Bretagna affermando una lieve maggiore letalità. Ma, a parer mio, occorrono altre valutazioni. Della brasilaiana si sa invece molto poco, al di là dell’elevata contagiosità. Come reagiamo? Le indicazioni Ministeriali sono di individuare tempestivamente la presenza delle varianti, tracciarne i contatti che sono estesi ai 14 giorni precedenti la positività accertata e con la quarantena allungata a 21 giorni per i contatti stessi"’. E il pensiero va subito ai vaccini: "A quel che si sa al momento – ancora la professoressa Cusi – i vaccini Pfizer e Moderna funzionano bene sulla variante inglese e se anche la capacità neutralizzante degli anticorpi fosse più bassa, la malattia sarebbe contratta in una forma lieve. Il vaccino AstraZeneca invece funziona sulla variante inglese, mentre ha efficacia del 10 per cento su quella sudafricana".

Paola Tomassoni