Va in piazza la protesta della danza

Ballando e interpretando una coreografia studiata, insegnanti e allievi chiedono attenzione e riaperture

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Tutto il disagio in un colpo d’ala. E’ stato ballando e interpretando una coreografia studiata per la circostanza, che oltre 60 danzatori di Colle, insegnanti, allievi e genitori dei più piccoli, hanno manifestato la loro sofferenza per il lungo stop che la pandemia ha imposto al settore, in un flashmob di protesta che la scuola Dance Group 2000 ha organizzato in due luoghi simbolo della città, la Porta Nova e piazza Arnolfo di Cambio (nella foto). "Ora basta"... "Noi esistiamo"... "Vogliamo danzare", questo dicevano i cartelloni che i manifestanti esprimevano per esprimere l’esasperazione degli appartenenti ad un settore artistico per cui il movimento è vita, ma che da mesi è costretto all’immobilità.

"Gli allievi si sono dovuti mettere davanti ad uno schermo per troppi mesi, se hanno voluto continuare a studiare danza, ma non è, né può essere, la stessa cosa – afferma la direttrice artistica della scuola Nadia Lazzi – Quindi adesso basta: vogliamo tornare a danzare, visto che molte altre categorie hanno già ripreso la loro attività. La cultura deve essere rispettata perché fa parte della nostra storia e per questo siamo scesi in piazza, per far vedere che non vogliamo più essere dimenticati".

Da marzo dello scorso anno, le scuole di danza hanno potuto esercitare in presenza solo nei medi si settembre e ottobre 2020, dopodiché sono state nuovamente costrette a chiudere le sale, nonostante avessero rispettato alla lettera i protocolli di sicurezza quanto ad igienizzazione, distanziamento e protezioni individuali.

"Quello che vorremmo è riportare al più presto gli allievi in sala a fare danza – continua la direttrice – I ballerini hanno bisogno di tornare ad esprime i loro sentimenti e le loro emozioni e per questo devono poter tornare ad esercitare la loro arte". Nulla è stato scelto a caso, per la manifestazione: la musica e le coreografie sono state studiate appositamente, mentre i luoghi dove manifestare e il periodo per la protesta sono stati scelti per il loro forte valore simbolico: "I danzatori si sono esibiti in due punti importanti di Colle, proprio per unire la storia, la cultura e la bellezza dell’arte della danza – conclude la maestra Lazzi – Il momento, invece, è stato scelto il virtù della festa del Primo Maggio e della Giornata internazionale della Danza che l’ha preceduta di pochi giorni: il flashmob, quindi, ha voluto essere anche una celebrazione di questi eventi".

Alessandro Vannetti