LAURA VALDESI
Cronaca

Urla e strattoni ai bambini: maestra nei guai

Chiusa l’inchiesta della procura su una docente della scuola primaria accusata di maltrattamenti. Dieci sono i bambini parte offesa

bambini maltrattati (foto repertorio)

Siena, 9 febbraio 2022 - Ha trattato male i bambini che le erano stati affidati dai genitori. Credevano che i figli fossero nella mani migliori, quelle di un insegnante capace di aiutarli a crescere e a imparare. Invece dall’inchiesta della procura è emerso un altro scenario: strattoni e urla. Imposizioni. La maestra avrebbe commesso dunque un reato.

L’inchiesta condotta dal pm Silvia Benetti, che fa parte della task force del ’Codice rosso’, è conclusa. E adesso l’insegnante di una scuola della nostra provincia, difesa dall’avvocato Fabrizio Betti, deve dinfendersi dall’accusa di maltrattamenti. E decidere se entro venti giorni vuole depositare documenti e memorie. Se sollecitare il pm a compiere ulteriori atti d’indagine sulla delicata vicenda. Oppure chiedere di essere interrogata.

L’inchiesta, che copre un arco di tempo che va fino al gennaio 2020, era nata dalla denuncia di una collega della maestra che insegna in una scuola dell’infanzia. Così il suo comportamento con alcuni bambini, di età fra i 3 e i 5 anni, dunque ancora molto piccoli, è finito sotto la lente degli investigatori. Sulle prime il pm aveva chiesto l’archiviazione.

Forse era un atteggiamento un po’ rigido il suo ma non si trattava di maltrattamenti. Le persone offese – ovviamente i genitori dei bambini – avevano presentato opposizione e, nel corso dell’udienza, il giudice aveva disposto che i bimbi vennissero ascoltati. Di qui la richiesta di incidente probatorio che si è svolto nel luglio scorso quando la presenza dei piccoli a palazzo di giustizia non era passata inosservata. Alla luce degli accertamenti il pm Benetti ha ritenuto di contestare i maltrattamenti alla maestra. Sono dieci i bambini parte offesa (la foto è d’archivio), alcuni assititi dagli avvocati Roberto Martini e Simona Guarini, dalla collega Silvia Gianolino. Con loro avrebbe usato metodi buschi, pretendeva che rimanessero muti durante i pasti.

Lo stesso quando venivano messi per il sonnellino nelle brandine. Avrebbe urlato con loro, strattonandoli se non le davano retta. Oppure sistemandoli in punizione. Al punto che qualcuno non andava più volentieri a scuola, non voleva saperne di varcare la soglia dell’istituto. Durante la notte si svegliava di soprassalto, reagendo così al comportamento duro dell’insegnante.