PINO DI BLASIO
Cronaca

Università sfregiata dalla stupidità di vandali

Scritte fasciste e omofobe in un ufficio del rettorato. La denuncia del rettore Frati: "I colpevoli devono essere scoperti e perseguiti"

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di Pino Di Blasio

Scritte omofobe e fascisce con lo spray nero, inni al duce e insulti alla Cgil, la bandiera dell’Europa gettata a terra. Un atto vandalico stupido e minaccioso, uno sfregio all’Università di Siena, un attacco a un’istituzione che forgia il sapere da 782 anni. L’ufficio danneggiato e vilipeso da vandali ignoranti è al piano terra del rettorato, in via Banchi di Sotto. Facilmente violabile perché dà sul grande cortile, nella parte dell’ateneo che si occupa di diritto allo studio, borse e sostegni alle fasce più deboli della comunità accademica. Le scritte sono state scoperte ieri mattina. E dopo poche ore le foto di quell’ufficio pieno di scritte nere hanno cominciato a circolare sui social di giornalisti e dipendenti dell’ateneo.

Per questo il rettore Francesco Frati non si è stupito quando i cronisti lo hanno chiamato ieri mattina. "Abbiamo già denunciato - le sue prime parole - il fatto alla polizia, con gli uomini della Digos che hanno compiuto i primi sopralluoghi e hanno avviato le indagini. La condanna nei confronti di un atto ingiurioso che offende l’ateneo, la comunità accademica e la libertà dell’insegnare, sarà unanime. Non perdo tempo a cercare di spiegare la genesi dell’atto, a studiare la psicologia di qualche imbecille. Con quelle scritte fasciste, omofobe e antisindacali, i vandali hanno colpito tutti".

Oltre ai dirigenti della Digos, anche il questore Pietro Milone ha chiesto informazioni al rettore. "Non so come andranno avanti le indagini - dice ancora il professor Frati - ma se i colpevoli saranno trovati, saranno sicuramente perseguiti. Non ci sono telecamere in quell’ufficio, ma negli spazi comuni e nel cortile sì. La polizia visionerà i filmati e cercherà di risalire ai vandali".

Dopo qualche ora, il rettore Frati e il direttore generale dell’ateneo, Fidora, hanno affidato a una nota le loro reazioni: "A nome dell’Ateneo, esprimiamo la nostra indignazione e condanna per il grave atto vandalico intimidatorio perpetrato nei confronti della collega. A lei e alla CGIL, anch’essa coinvolta nelle minacce, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà. Ancora una volta ci troviamo di fronte a comportamenti intollerabili di discriminazione e di intimidazione, che l’Ateneo rifiuta fermamente. Abbiamo tempestivamente provveduto a sporgere denuncia alle autorità competenti che stanno conducendo i necessari accertamenti, anche attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza. L’Università di Siena da sempre difende i valori della democrazia, dell’inclusione e del dialogo, continuerà a farlo senza che vili gesti come questo possano indebolire il nostro impegno".

"Condanno nel modo più fermo l’insopportabile aggressione estremista registrata all’Università di Siena - è il commento del sindaco Luigi De Mossi, che prospetta un attacco mirato verso la dipendente -. È sempre una pagina nera per la nostra società quando un violento agisce nell’ombra per attaccare un’altra persona, sotto il profilo delle sue convinzioni politiche e culturali o del suo orientamento sessuale. La mia solidarietà alla dipendente e all’Università tutta, assieme all’auspicio che le indagini possano presto portare all’individuazione dei responsabili. In una brutta e triste vicenda, non sfugge un dettaglio - conclude il sindaco, sorvolando sulle scritte fasciste e antisindacali -. Gettata a terra, irrisa, si vede una bandiera dell’Europa. Non a caso vilipesa dagli squallidi autori del gesto, perché l’Europa è la casa che abbiamo edificato proprio nel nome di una società aperta".