
"L’evento pubblico una parata di ministri, ma c’è comunque soddisfazione per i risultati raggiunti". Presenti esponenti del partito a tutti i livelli: "Abbiamo dato noi corpo e volontà politica a questo progetto".
di Orlando Pacchiani
SIENA
La soddisfazione e i rilievi, la tensione positiva e quella critica, il sostegno all’idea e i dubbi sulla sua realizzazione. All’indomani della conferenza nella sala delle Lupe, il Pd al gran completo (compresi gli assenti giustificati per impegni istituzionali, a partire dal senatore Franceschelli) batte un colpo sul Biotecnopolo e su quella che viene definita "parata di ministri". Impossibile tenere un profilo pienamente critico sull’operazione Biotecnopolo, tanto più con un progetto europeo da 33 milioni di euro sul tavolo e una macchina che - seppure faticosamente - ha iniziato a muoversi.
Possibile, invece, condire la soddisfazione generale per il debutto pubblico con una serie di critiche a più livelli, a marcare la distanza dal centrodestra. "C’è rammarico per i tre anni di stop e preoccupazione che nel futuro si possano ripetere simili ritardi" (Rossana Salluce); "la nostra idea puntava anche a un distretto industriale con risvolti per tutto il territorio" (Andrea Valenti); "il Governo deve impegnarsi a garantire risorse strutturali" (Stefania Lio); "il sindaco e l’amministrazione fin qui sono stati spettatori del processo e non attori protagonisti" (Giulia Mazzarelli); "se non cambiano le normative, i 200 milioni del Fondo complementare dovranno essere spesi entro il 2026, vorremmo garanzie che non spariscano altre risorse oltre ai 140 milioni già eliminati" (Alessandro Masi); "soddisfatti per quello che sta succedendo, ma resta il rammarico per il tempo perso, qui doveva nascere l’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria e il contrasto alle pandemia. Ora serve un’accelerazione, i prossimi sei mesi saranno decisivi: se ci saranno novità positive, collaboreremo con lealtà" (Simone Bezzini).
Insomma, bene ma non troppo. Alcuni dubbi strutturali sembrano superati dai fatti: l’idea dell’applicazione industriale ricordata da Valenti, cavallo di battaglia della Cgil negli scorsi anni, non è al momento nei radar del Biotecnopolo, che sta elaborando progetti di ricerca e sviluppo clinico già abbastanza impegnativi.
Ma il tema delle risorse è sostanziale e chiama in causa soprattutto la volontà del Governo di trovare misure strutturali. "Non è strumentalizzazione politica né volontà di mettere bandierine – ha detto Lio –, ma la necessità di capire come saranno garantiti i finanziamenti in futuro. Qual è l’importanza che il Governo dà a questo progetto". A instillare un dubbio ulteriore ci pensa Valenti: "Il centrosinistra ha dato un corpo e una volontà politica chiara al progetto del Biotecnopolo. Dubito che sarebbe successo lo stesso con un Governo che si astiene sulle scelte dell’Oms per gestire le pandemie o che talvolta strizza l’occhio ai no vax".
Se il fronte è nazionale, il dibattito arriva anche a livello locale, tra la mozione in consiglio regionale depositata da Anna Paris (vedi articolo a fianco) e l’interrogazione in consiglio comunale che domani sarà illustrata da Alessandro Masi: "È la settima, abbiamo sempre ricevuto risposte evasive e nonostante le ripetute richieste, non abbiamo mai avuto il piacere di incontrare presidente e direttore generale del Biotecnopolo in commissione. Torneremo a chiederlo, perché anche in questa sede bisogna essere capaci di guardare oltre i confini della città".