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"Una rassicurante storia di corna"

Antonio Cornacchione al Politeama con ’Un pigiama per sei’. "Commedia degli equivoci con sorpresa"

"Una rassicurante storia di corna"

"Un bellissimo racconto di corna". Parola di Antonio Cornacchione, che parla a nome della mezza dozzina di interpreti che al Teatro Politeama di Poggibonsi, martedì 28 febbraio alle 21, porteranno in scena la commedia ‘Pigiama per sei’ di Marc Camoletti. Sul palco, anche Laura Curino, Max Pisu, Rita Pelusio. E con Roberta Petrozzi e Rufin Doh Zeyenouin. Drammaturgia di Paola Ornati, regia di Marco Rampoldi.

Antonio Cornacchione, una voce per sei? Ci racconta cosa succede sul palcoscenico del Politeama a Poggibonsi?

"Si, certo, faccio il portavoce di tutti. Il testo è di Marc Camoletti che definirei un po’ lo Shakespeare della commedia degli equivoci, e qui tutto corre sullo scambio di persona in un gioco, appunto, degli equivoci e nel suo campo penso che questa commedia sia un’opera d’arte perché non ho mai letto e mai visto un gioco portato così all’eccesso, così perfetto come in questo caso".

Il pubblico come reagisce?

"In un periodo molto fluid - gender, il pubblico vedrà un bellissimo racconto di corna, si le classiche corna, che, sembra quasi impossibile, in questi anni molto confusi quasi quasi diventano rassicuranti e il pubblico ci si ritrova e si immedesima tantissimo".

In che senso?

"Noi abbiamo visto delle repliche dove il pubblico, anche se eravamo al nord, si comportava come nella sceneggiata commentando le furbizie dei protagonisti, perché il gioco è a favore del pubblico che capisce tutto, tranne gli attori, i personaggi, che capiscono meno quello che sta succedendo e allora la bellezza di questo testo è che la gente vuole vedere come ne viene fuori il personaggio in questione che si infila in una serie di bugie da cui, ad un certo punto, non si capisce più niente".

Si sta parecchio stretti in un pigiama in sei?

"Si, si sta molto stretti, tutti vanno a letto con tutti, poi però la situazione si accomoda nel modo più tradizionale possibile, tutto si ricompone nella classica coppia, dove si salva anche la famiglia, ed è questo quello che vuole dire l’autore".

In particolar modo c’è qualcuno che si salva meglio di altri?

"Si, gli unici che si salvano veramente sono il personaggio della cameriera e del marito, mentre la borghesia, diciamo così, ne viene fuori malissimo. Al suo tempo, il testo è degli anni ’80, c’era una critica sociale ad una determina classe, oggi, visto che siamo tutti aspiranti borghesi è una critica a tutti: nessuno si salva".

Il cast?

"La forza di questa commedia è il cast, molto diverso, tutti proveniamo da storie diverse e alla fine abbiamo fatto nostro il testo".

Fabrizio Calabrese