
L’assessore al Bilancio, Riccardo Pagni, ha ricostruito l’iter della causa mossa dal Comune di Siena contro il ministero della Giustizia per ottenere i ristori delle spese di gestione e manutenzione degli uffici giudiziari
Doccia fredda per il Comune nella causa contro il ministero di Giustizia a cui veniva chiesto il ristoro delle spese di manutenzione e gestione degli uffici giudiziari. Il Tribunale di Firenze ha accolto il ricorso presentato dai ministeri di Giustizia, Interno ed Economia contro il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Siena nel 2023 che pignorava presso Bankitalia (titolare della tesoreria del ministero) 3,5 milioni di euro sui 4 richiesti da Palazzo pubblico a ristoro delle spese sostenute.
"Il Tribunale di Firenze ha stabilito che non esisteva il diritto soggettivo (potere o facoltà riconosciuta a un soggetto dall’ordinamento giuridico per la tutela di un proprio interesse) alla restituzione della somma e che la procedura è di competenza del Tar – ha spiegato l’assessore al Bilancio, Riccardo Pagni –. Quindi il Comune è stato condannato a pagare spese di giudizio per circa 38mila euro".
La controversia, iniziata dall’amministrazione De Mossi, era relativa al tentativo di recupero da parte di Palazzo pubblico nei confronti dello Stato di spese relative agli anni 2002-2015 per la manutenzione e gestione degli uffici giudiziari (in particolare delle utenze luce e gas) ex legge 392 del 1941.
Pagni ha aggiunto: "Il Dpcm del 2017 assegnava ristori ai Comuni, prevedendo per Siena una tranche da 612mila euro distribuiti in 30 anni con rate da 20mila euro ciascuna, in cambio di una transazione sul contenzioso in atto. L’amministrazione dell’epoca non impugnò l’atto, quindi i 612mila euro non furono incassati". L’assessore ha concluso: "E’ un modo per i ministeri di non sostenere le spese per la giustizia. In ogni caso, ne parleremo con l’Avvocatura del Comune, anche se da legale non credo ci siano tanti spiragli".
Sul caso è intervenuta la consigliere comunale Pd, Anna Ferretti: "Mi stupisce che un sindaco-avvocato (Luigi De Mossi, ndr) valutasse che il Comune di Siena facesse causa da solo e non con altre amministrazioni italiane. La sua è stata una decisione avventata. Inoltre abbiamo buttato via 612mila euro, che sarebbero stati pochi, ma subito. Ora la beffa: ne buttiamo altri 38mila".
Concorde la capogruppo Dem, Giulia Mazzarelli: "Il Tribunale di Firenze ha sancito un difetto di giurisdizione e il fatto che la presenza di uffici giudiziari rappresentasse un vantaggio per l’indotto della città – le sue parole –. Il Dpcm del 2017 riconosceva al Comune 612mila euro ma, non avendo Siena impugnato l’atto, abbiamo perso tutto. Ci auguriamo che non ci siano ulteriori accanimenti su questa causa e che in futuro si scelgano strategie più vantaggiose".