ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

L’Asl spegne dieci candeline e guarda al futuro

Non sarà una semplice celebrazione del decennale dell’Asl Toscana sud est, ma piuttosto il punto di partenza per disegnare l’Azienda...

Marco Torre, direttore generale dell’Asl Toscana sud est, impegnato a disegnare l’Azienda del futuro

Marco Torre, direttore generale dell’Asl Toscana sud est, impegnato a disegnare l’Azienda del futuro

Non sarà una semplice celebrazione del decennale dell’Asl Toscana sud est, ma piuttosto il punto di partenza per disegnare l’Azienda del futuro. Il 27 giugno sarà una giornata particolare per la sanità territoriale delle province di Siena, Arezzo e Grosseto, con quello che intende essere "un viaggio insieme per condividere una visione rinnovata della nostra Azienda".

I dettagli sono in via di definizione, ma il quadro generale e soprattutto le intenzioni sono chiari. In quella giornata, la mattina si svolgerà un’iniziativa di formazione incentrata sulle tecnologie digitali applicate alla sanità, riservata ai dipendenti; nel pomeriggio il confronto si aprirà a tutti i soggetti, istituzionali e del mondo del lavoro, che si rapportano quotidianamente con l’Asl. Poi si apriranno due mesi di raccolta di proposte organiche (tecnicamente una call for ideas) e si arriverà a un piano strategico da varare entro novembre.

Nelle intenzioni del direttore generale Marco Torre, un approfondimento necessario per guardare a ciò che potrà essere l’Asl nei prossimi dieci anni e confrontarsi con le urgenze del presente, partendo dai ritmi serrati (ma anche dalle opportunità) imposti dalle scadenze Pnrr e dalla trasformazione digitale che giorno dopo giorno cambia i riferimenti.

In questi primi mesi, Torre ha fatto una full immersion nell’Azienda di cui gli è stata affidata la direzione generale. Ha girato come una trottola per conoscere tutte le realtà e le persone sul territorio, forte di un metodo di lavoro che tutti gli riconoscono essere scrupoloso, ma anche consapevole di dover colmare il gap di esperienza derivato dal salto da una realtà di eccellenza ma dalle dimensioni relativamente contenute, come la Fondazione Monasterio, a una che occupa metà Toscana per estensione territoriale e ha diecimila dipendenti.

Da qui la necessità di mettere qualche punto fermo e affrontare le criticità (dall’invecchiamento del personale alla sostenibilità economica complessiva, alla gestione appunto del vasto territorio e delle aree interne, vedi non a caso recente polemica dei sindaci di Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio sull’ospedale di Abbadia), ma anche inquadrare il contesto e le sfide del futuro, coinvolgendo appunto il personale stesso e tutti i soggetti interessati durante il percorso, per arrivare a un’elaborazione condivisa. E nella consapevolezza della necessità di rendere più agile una struttura, forse anche per sua natura, mastodontica.

Orlando Pacchiani