PINO DI BLASIO
Cronaca

"Un disastro immane nella ’mia’ Turchia"

L’imprenditore Pasquale Forte: "Gli stabilimenti Eldor sono lontani dall’epicentro, siamo pronti a inviare aiuti alla popolazione colpita"

"Un disastro immane nella ’mia’ Turchia"

di Pino Di Blasio

Pasquale Forte, dal suo buen retiro in Valdorcia, tra i suoi vigneti, la Rocca e l’azienda biodinamica, guarda con apprensione al disastro provocato dal terremoto in Turchia. Perché il presidente e fondatore della Eldor, multinazionale leader nell’automotive e fornitrice di tutte le più grandi case automobilistiche, ha tre stabilimenti in Turchia, con 1.500 dipendenti. Oltre agli affari, anche i suoi affetti vengono dal Paese della mezzaluna. Sua moglie ha origini turche.

"I tre stabilimenti della Eldor in Turchia - racconta l’imprenditore in contatto costante con le sue aziende nel Paese - sono a 400 chilometri dall’epicentro del terremoto, sono nell’area di Izmir. Ma può immaginare come ci sentiamo, io e mia moglie, in questi momenti. I turchi hanno un amore viscerale nei confronti della loro terra, in questi giorni di angoscia e dolore, le telefonate sono a ritmo continuo". Nei tre stabilimenti la Eldor ha 1.500 collaboratori.

"La Turchia è un Paese importante all’interno del gruppo - continua l’ingegner Forte - ma abbiamo industrie anche in Cina, Brasile, Stati Uniti e Italia che fanno il grosso del fatturato. Facendo leva su 500 milioni di euro di ricavi all’anno, la Turchia pesa per il 28%. Ma è chiaro che in questi momenti gli affari vanno in secondo piano. I miei dirigenti mi hanno chiamato subito, raccontandomi dell’immane disastro nella zona al confine con la Siria. Sono in contatto costante, stiamo già pensando a come inviare aiuti, soccorsi alle popolazioni terremotate. Siamo ancora alle prime fasi dell’apocalisse, bisogna lasciare spazio ai soccorsi, a chi pensa a salvare vite umane e a tirar fuori persone dalle macerie. Poi arriverà la fase degli aiuti. Siamo pronti a dare contributi appena le autorità ci diranno cosa fare".

Tutte le imprese turche, ma anche italiane, rivela Forte, si stanno organizzando per inviare beni di prima necessità. "Il disastro è talmente vasto che è molto difficile far arrivare i soccorsi. E’ un’area ricca di storia, ma le immagini e i racconti che stanno arrivando da quei paesi distrutti, provocano una profonda tristezza".

Per Pasquale Forte la Turchia è un Paese diverso da come viene raccontato spesso in questa parte di mondo. "La Turchia è una nazione viva, ha un grande futuro davanti a sè. Ha un tasso di crescita demografico e di ricchezza che rappresenta un asset di sviluppo. Non abbiamo mai avuto problemi con le autorità governative e locali, è un Paese libero, con un Parlamento e istituzioni solide, che danno garanzie di stabilità. Per questo siamo pronti a dare il nostro contributo per aiutare la popolazione a superare le conseguenze di un terremoto disastroso. Aspettiamo un segnale dalle autorità, poi invieremo gli aiuti".