
"La mostra nella Cripta del Duomo con la nostra ‘Madonna del Solletico’ del Masaccio, non sarà l’ultima a Siena della Galleria degli Uffizi", ha detto il direttore Eike Schmidt, ieri al taglio del nastro dell’esposizione dedicata al cardinal Casini di Opera della . Parole dal significato strategico: anticipano che l’intesa avviata con la Galleria degli Uffizi in citta potrà diventare un matrimonio. " I programmi dovranno essere sviluppati. Abbiamo rapporti con il Comune e abbiamo collaborato per la riunificazione della Collezione Piccolomini Spannocchi". E, così, ieri altra tappa di Schmidt al Santa Maria della Scala con il sindaco Luigi De Mossi.
Non si è fatta attendere la risposta del direttore Schmidt al messaggio del sindaco De Mossi: "La sinergia fra Opera e la Galleria degli Uffizi continua la strategia di cui il Comune è grande partner. Puntiamo a rafforzare la collaborazione, a coltivare il rapporto con gli Uffizi".
Il campanilismo fra Siena e Firenze che se, per il sindaco De Mossi, "non ha ragione di esistere", per il direttore Schmidt è superato: "Il 1555 appartiene a un passato remoto". Lo dimostra con i fatti. "La Madonna del Solletico è un’opera molto delicata che può uscire dalla Galleria degli Uffizi solo per occasioni motivate".
Questione anche di ricordi. Schmidt non dimentica i viaggi "con la Sita dal 1994 al 2001 quando, ricercatore all’Istituto tedesco di storia dell’arte di Firenze, venivo a Siena con il mio professore Max Seidel".
"Occorre fare sinergie - per Schmidt - La Galleria degli Uffizi, molto prima dell’Unità d’Italia, era un riferimento per l’arte di questo Paese, come lo è per il mondo. Abbiamo opere del Beccafumi e di altri artisti senesi: è giusto collaborare con i territori di origine dei valori che accogliammo". Questa apertura vuol dire il progetto Uffizi Diffusi, lanciato da Schmidt e con cui , "abbiamo avviato collaborazioni anche con Rapolano".
In sintesi, ha rassicurato direttore Eike Schmidt, "il prestito della Madonna del Solletico dimostra le ottime relazioni di vicinato fra Siena e Firenze, due fari nella mappa culturale e artistica della Toscana, per la quali gli Uffizi si stanno impegnando con fattiva energia".
Antonella Leoncini