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Truffe agli anziani, i ’maghi’ dal gip Tre interrogati: uno solo risponde

In tribunale ieri anche la donna del gruppo accusato di raggirare le persone con la scusa del finto maresciallo. Due fanno scena muta, un altro forse racconta la sua verità. I raggiri alle fasce deboli sono una piaga.

Truffe agli anziani, i ’maghi’ dal gip Tre interrogati: uno solo risponde

di Laura Valdesi

SIENA

Tre dei presunti ’maghi’ delle truffe agli anziani avvenute nella nostra provincia fra l’aprile 2020 e il marzo scorso sono stati interrogati ieri dal gip Chiara Minerva. Mancava il quarto uomo finito nella rete degli investigatori che, grazie anche alla collaborazione di alcune vittime, sono giunti a identificare cinque campani. Uno solo indagato, gli altri invece colpiti da una misura cautelare: obbligo di dimora e di presentarsi alla polizia giudiziaria.

Sono arrivati in tarda mattinata a palazzo di giustizia dirigendosi verso l’aula al primo piano, accompagnati dagli avvocati. Tra loro c’era anche una donna che, secondo quanto chiarito nella conferenza stampa fatta dalla procura il 7 giugno scorso, faceva parte del gruppo che truffava gli anziani. La scusa era spesso quella del finto incidente al figlio. Che magari si trovava in caserma. Per rilasciarlo servivano soldi o gioielli. Sarebbe andato un carabiniere (naturalmente finto) a ritirarli a casa. C’è anche chi ha perso 7mila euro, altri hanno pregato i malviventi di poter trattenere almeno gli ori di famiglia più cari. Il trucchetto consisteva, secondo quanto ricostruito dal procuratore Nicola Marini e dal pm Siro De Flammineis grazie al lavoro di carabinieri e polizia, nel chiamare la vittima al telefono fisso occupando poi con un’altra chiamata il cellulare in modo da non poter contattare i familiari per una verifica. C’è chi però, vedi una coppia di Sinalunga, ha sventato il colpo chiedendo all’uomo che si era presentato a casa loro il tesserino di riconoscimento dell’Arma. Poiché esitava gli aveva tirato giù la mascherina anti-covid, mettendolo in fuga.

Il passaggio a palazzo di giustizia dei tre accusati delle truffe è stato rapido. L’uomo e la donna, che erano assistiti in aula dall’avvocato Silvia Rossi Valenti, non si sono trattenuti a lungo avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice. In aula c’era anche il pm De Flammineis. L’altro uomo, seguito dall’avvocato Paolo Abenante, si è trattenuto più a lungo. Con forte probabilità ha risposto alle domande del giudice raccontando la sua verità. Ma l’inchiesta è ancora in corso, E presto verrà interrogato anche il quarto campano con l’obbligo di dimora.