
Treni e disagi: un’autentica odissea. Corse soppresse e pendolari furiosi
Treni carichi di disagi. Nella mattinata di ieri è andata in scena l’ennesima Via Crucis dei pendolari della Siena-Firenze. Nel giro di pochi minuti sono state soppresse due corse. La prima per un guasto a un passaggio a livello, l’altra, pare, per un’ avaria al locomotore. Le polemiche sono esplose anche sui social, in particolare sulla pagina facebook del Comitato pendolari Valdelsa, che dà voce a 670 persone. Nel racconto in tempo reale di un pendolare, l’odissea vissuta da decine e decine di passeggeri. "Quello che è successo ha dell’incredibile. Il treno delle 7.13 da Certaldo per Siena è stato soppresso a Castellina Scalo per un passaggio a livello guasto. Siamo saliti sul treno delle 8.21 e dopo 40 minuti sopprimono anche quello. Abbiamo preso il treno delle 9 e siamo fermi anche con questo, non sapremo se partiremo o se manderanno un bus nessuno sa niente, mai visto un disagio del genere". Per la cronaca i viaggiatori a bordo dei due treni cancellati sono arrivati a Siena alle 9.30, con un ora e 10 minuti di ritardo. "Ultimamente ogni mese, se non di più, subiamo questi disagi- lamenta un altro pendolare-. La linea Siena Firenze è morta. Inutili, imbarazzanti, inaccettabili le scuse di Trenitalia. E lunedì c’è da rifare l’abbonamento, pieno e senza scuse. E’’ una situazione imbarazzante. Nessuno che ci abbia dato delle spiegazioni per due treni soppressi. Ci prendono in giro e basta. Paghiamo un abbonamento mensile per un servizio scadente e irrispettoso di lavoratori e studenti". Questa l’aria che tira nel Comitato pendolari Valdelsa, nato qualche anno fa proprio per tenere alta l’attenzione sulle troppe criticità della Siena-Empoli. Persone che prendono il treno per motivi di lavoro o di studio e che purtroppo toccano con mano tutti i giorni i problemi di questa linea ferroviaria puntualmente al centro delle polemiche. Pochi giorni fa lo stesso Comitato ha lanciato una petizione (già superata quota 100 adesioni), chiedendo "a Trenitalia e RFI di assumersi le loro responsabilità in merito ai lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro per i frequenti ritardi dei treni". Nel testo della petizione i pendolari non escludono clamorose forme di protesta, per esempio non pagare l’abbonamento e il biglietto. Treni sempre più carichi di disagi e polemiche.