
Siena, 10 marzo 2023 – A Luigi Bruschelli, detto Trecciolino, è stato riconosciuto dalla Corte d’Appello solo il reato di maltrattamento di animali mentre è stata cancellata la condanna a 4 anni e 10 mesi avuta in primo grado per l'accusa di falso in atto pubblico. Una pena a 7 mesi invece, con la sospensione condizionale, appunto per il reato di maltrattamento di animali per aver somministrato un antinfiammatorio a 2 cavalli, imputazione per la quale il tribunale di Siena lo aveva assolto in primo grado. Questa la sentenza al processo d'appello a Luigi Bruschelli, detto 'Trecciolino’, 13 volte vincitore del Palio di Siena, finito al centro di un'inchiesta per una presunta sostituzione di microchip ai cavalli per 'camuffarli’ da mezzosangue al fine di eludere il regolamento sull'iscrizione degli animali all'albo del Comune di Siena che dà accesso al Palio.
I fatti contestati risalivano al 2015. Come sostenuto dall'avvocato Enrico De Martino, difensore di Bruschelli, per parte dei 14 capi di imputazione di falso in atto pubblico, i giudici di secondo grado hanno assolto 'Trecciolino’ perché il fatto non sussiste, per altri hanno derubricato la condotta nel reato meno grave di falso in certificazione dichiarandone però la prescrizione. Per gli stessi motivi in appello cancellata anche la condanna a 2 anni e 7 mesi inflitta in primo grado al veterinario Mauro Benedetti. Altri due fantini, Enrico Bruschelli, figlio di Trecciolino e Sebastiano Murtas, era stati già assolti in primo grado.
Nel processo la Lav (Lega antivivisezione), si è costituita parte civile.