REDAZIONE SIENA

Trattore, presto la perizia. Si analizzano le ‘celle’ della zona

Il pm vuole capire se può essersi verificato un guasto. Nuovi accertamenti dei carabinieri sul posto. Piromani, 5 nomi sotto la lente.

Il rogo è domato. Definitivamente. I pompieri ieri non sono dovuti tornati al capannone della Tenuta di Suvignano, distrutto dalle fiamme martedì scorso. Si sono ripresentati lì, invece, i carabinieri per ulteriori accertamenti, anche fotografici, che servono alla procura. Ora è il momento di approfondire il movente. E arrivare, di conseguenza, a capire chi può aver appiccato il fuoco al fieno ricoverato nella struttura. Chiaro che le fiamme hanno preso il via all’altezza dell’unico trattore divorato dal rogo, sulla sinistra all’ingresso del capannone. Possibile, ci si chiedeva anche martedì durante le operazioni di spegnimento, che ci fosse stato un problema alla batteria? E dunque la causa accidentale? Strano però, nel caso, che il rogo sia divampato così tante ore dopo l’uso del mezzo agricolo. Troppe. Anche per spazzare il campo, la procura è intenzionata a disporre una perizia sul trattore. Sarà difficile comunque avere risposte in quanto è stato avviluppato dalle fiamme. Anche la pista del piromane non viene trascurata. Tutt’altro. L’orario dell’incendio è quello classico in cui agisce chi si diverte a vedere l’allarme che ha provocato. Fra le 2 e le 3, nel cuore della notte. Bastano le dita di una mano per i nomi nella mente degli investigatori. Che, come sempre accade in questi casi, analizzeranno le celle telefoniche per verificare ad ampio raggio chi si trovava in zona la notte del rogo. Un piccolo aiuto arriverà dalle telecamere lungo le strade principali di accesso a Vescovado, sebbene l’area del capannone ne sia del tutto sprovvista. Non sono ancora stati sentiti, come persone informate sui fatti, i dipendenti dell’azienda Suvignano e i dirigenti per tratteggiare il quadro dei rapporti interni e anche con i vicini. Questi i fronti, dunque, su cui si muove l’inchiesta coordinata dal pm Serena Menicucci. Resta sullo sfondo, per il momento, l’ombra della mafia. Martedì il procuratore Salvatore Vitello aveva dichiarato a La Nazione "che al momento non risultano connessioni fra l’episodio e la criminalità organizzata". Chiaro tuttavia che resta convitato di pietra di un’inchiesta su cui lavorano le migliori risorse per fare luce su un incendio che non può rimanere senza risposte nette. "Un’indagine complessa, siamo molto impegnati", conferma il comandante provinciale dell’Arma Stefano Di Pace.

La.Valde.