
Tombe etrusche ’vietate’. Chiusi, il caso in Regione. Il sindaco: "Noi mobilitati"
Due giorni Stefano Scaramelli, ex sindaco di Chiusi e vice presidente del consiglio regionale da capogruppo di Italia Viva, ha annunciato che la vicenda approderà martedì in aula a Firenze: "Da quattro anni sono chiuse le tombe etrusche a Chiusi. La Regione Toscana si attivi celermente con il Ministero della cultura affinché questo patrimonio archeologico così importante per il territorio possa nuovamente essere fruito da tutti i visitatori".
E infatti la vicenda appare in bilico tra il paradosso, la contorsione burocratica, l’incapacità di trovare una soluzione per un patrimonio di valore mondiale. "L’accesso alle tombe è stato inibito nel periodo del Covid e poi mai più consentito – spiega il sindaco Gianluca Sonnini –. Da allora ci siamo spesi in sollecitazioni, lettere ufficiali, anche un incontro con il direttore generale del ministero Osanna, ma ad oggi non sono state individuate soluzioni".
Pare che alla base ci siano problemi legati al personale, tra spostamenti dalla sede del Museo nazionale etrusco al sito degli scavi, difficoltà di permanenze prolungate all’interno delle tombe. "Al Ministero – aggiunge ancora il sindaco Sonnini – abbiamo detto che siamo a disposizione per ogni soluzione che si vorrà individuare, per raggiungere un nuovo accordo di valorizzazione dell’area. Abbiamo anche proposto di mettere a disposizione navette per il tragitto museo-scavi, per i visitatori e chi li accompagna. Così come di attivare un ufficio al parcheggio che funzioni come centro visite, quel che è certo è che una soluzione va trovata".
Se ne parlerà appunto anche in Regione. "La fruizione della necropoli di Chiusi da parte di tutte le cittadine e i cittadini rappresenta un’occasione unica per scoprire e ammirare la civiltà etrusca in un percorso archeologico di prestigio – continua Scaramelli –. Ha fatto bene il sindaco a scrivere una lettera al ministro della cultura, ma adesso serve uno scatto in avanti collegiale e determinante perché non è più tollerabile l’inerzia del Mic". Nell’atto Scaramelli chiede un intervento mirato e auspica la condivisione e il sostegno della giunta regionale e di tutte le formazioni politiche presenti in consiglio regionale.
O.P.