
Testimonia Morelli: "Caporale faccia lettera di scuse"
Diffamazione aggravata l’accusa nei confronti del presidente degli Animalisti italiani per le parole choc pronunciate durante la trasmissione radiofonica ’La Zanzara’ del 3 luglio 2020 condotta da Giuseppe Cruciani. Gli organizzatori della Festa furono definiti "sadici e incivili", i contradaioli paragonati ad "assassini pedofili e stupratori". L’ex sindaco Luigi De Mossi e l’ex presidente del Consorzio tutela del Palio, attraverso l’avvocato Filippo Cei, fecero la querela da cui è scaturito il processo. Ieri le prime testimonianze a Lanciano, in provincia di Chieti, dove fu trasferito per competenza il procedimento. Non era presente Caporale, difeso dall’avvocato Francesca Pantanella, coinvolto in un incidente in autostrada per raggiungere da Roma il tribunale: nessuna ferita ma un forte stress certificato dal pronto soccorso. E’ stato sentito davanti al giudice Vincenzo Chielli il carabiniere che ha trascritto la registrazione dell’intervista radiofonica e poi Gianni Morelli, ex presidente del Ctps, come persona offesa. "Ha esposto con dovizia di particolari le ragioni per cui le dichiarazioni di Caporale – spiega il Consorzio in una nota – sono state ritenute lesive della rispettabilità e dell’onorabilità del palio oltre che della reputazione dei senesi". In particolare, "ha tenuto a precisare che anche per quanto attiene al Palio, la città di Siena è aperta al dialogo e al confronto avendo valide argomentazioni per poter rispondere a osservazioni e critiche. A chiusura della deposizione ha riferito, anche davanti al tribunale, la disponibilità a rimettere la querela subordinata a lettera di scuse da parte di Caporale". Il processo riprende il 28 febbraio alle 12.30 per sentire De Mossi e il giornalista Giuseppe Cruciani. "Caporale ha esercitato il diritto di critica – sostiene il suo difensore – e non ha mai fatto esplicito riferimento al Palio e ai senesi. Il suo concetto era più ampio in merito ai maltrattamenti degli animali".
La.Valde.