
Suor Giuseppina
Siena, 27 settembre 2018 - Era il 1988. Quella donna minuscola dal sorriso radioso, avvolta nel sari bianco bordato di blu, si era raccolta in preghiera davanti alla reliquia di Santa Caterina, a San Domenico. Aveva chiesto una grazia alla patrona d’Italia: riuscire ad aprire una comunità a Mosca, in Russia. «E ne ha poi fondate sette», racconta padre Alfredo Scarciglia, parroco della basilica. ‘La piccola matita nelle mani di Dio’, in questa definizione si riconosceva Madre Teresa di Calcutta, era venuta a Siena proprio 30 anni fa. La città non ha dimenticato quella visita, anche se già la piazzetta accanto a San Domenico porta il nome della santa.
Chi la custodisce sempre nel cuore è suor Giuseppina, domenicana, da 54 anni a Siena. «Ricordo che aveva una fiducia illimitata in Santa Caterina, in specie nel suo apostolato», racconta la religiosa. Un ricordo nitido, quello della santa degli ultimi della terra. Rimasto scolpito nella sua mente. «Le feci, come dire, da guida turistica. Parlavo inglese, ora sono meno allenata», sorride suor Giuseppina riavvolgendo il nastro dei ricordi. «Ero a riceverla ai Portici (l’ingresso del santuario, ndr), restò una ventina di minuti perché gli impegni erano tantissimi quel giorno. Dolcissima, mite. Alzava gli occhi e sorrideva quando qualcosa la colpiva. Ascoltava con interesse anche se era totalmente immersa nella sua missione». Quegli istanti con la santa, fondatrice delle Missionarie della carità, sono rimasti cristallizzati nel cuore della domenicana.
La reliquia di Madre Teresa è arrivata a Siena: il suo sangue custodito appunto in una teca a forma di cuore. «Verrà esposta alla pubblica venerazione a Siena, fino al 5 ottobre, nella cappella dove è conservata la testa di Santa Caterina e dove è arrivata anche la reliquia di Giovanni Paolo II che proclamò beata la fondatrice delle Missionarie della carità», annuncia padre Alfredo. Un evento denso di emozioni che racconta la storia della città.