
L’avvocato Luigi De Mossi, sindaco di Siena fino a qualche mese fa, evidenzia i punti forti della sentenza del tribunale civile, firmata dal giudice Giulia Capannoli, che ha visto il Comune di Siena battere Banca Monte dei Paschi sull’affare dei contratti derivati, firmati per garantire i Buoni Ordinari Comunali per il Santa Maria della Scala. "E’ una sentenza articolata e innovativa - dice De Mossi - che sancisce la nullità del contratto Swap firmato dal Comune. Sono tre i punti forti del verdetto: il primo è che il Comune non è un operatore tecnico, firmare derivati comporta un’elevata professionalità. Banca Monte dei Paschi aveva eccepito che Palazzo Pubblico aveva un advisor, ma rafforza il concetto della mancanza di competenza specifica. Il terzo motivo per la nullità è che quel contratto derivato non è mai stato approvato in consiglio comunale, ma era passato solo in giunta. Terzo elemento di nullità, il ’mark to market’, che rende estremamente aleatorie le previsioni di costi di interessi e di oneri per il Comune".
Vittoria su tutta la linea. Chi aveva votato quei derivati?
"E’ stato firmato nel 2005, faccia i suoi conti di chi era sindaco e chi assessore al bilancio. La sentenza della giudice Capannoli è coraggiosa. E mentre dichiara prescritti i risarcimenti per i pagamenti effettuati dal Comune prima del 2011, visto che l’atto di citazione è stato notificato il 1 ottobre 2021, da me sindaco e dall’assessore al bilancio Luciano Fazzi, sancisce il pagamento, da definire con altra causa, che dovrà accertare i flussi di cambio dal 2005 al 2011 e poi il saldo attuale per stabilire la differenza".
Lei ha un’idea della somma che il Comune dovrebbe avere come risarcimento da Banca Mps?
"Servirà una perizia per avere la somma esatta. Ma aggiungendo anche le rate che non bisognava pagare del contratto, approssimativamente si parla di una somma tra i 6 e i 7 milioni".
Finiranno nelle casse del Comune? Il Monte farà ricorso?
"Certo, finiranno nel bilancio comunale quando la sentenza sarà definitiva. Non so se il Monte farà ricorso, ma essendo una causa civile è esecutiva provvisoriamente. Molto del merito della vittoria va al collegio di avvocati che abbiamo scelto: Luca Zamagni, Giovanni Cedrini e Matteo Acciari sono stati selezionati da me, dal segretario Pinzuti e dall’assessore Fazzi".
E’ l’unica causa che il Monte ha perso quest’anno...
"Non è un gran premio, non so quante cause abbiano al Monte. L’importante è che in questa vicenda abbia prevalso il Comune di Siena, quindi i risarcimenti andranno a beneficio dei cittadini senesi, tramite il bilancio".
C’è un’altra causa che Palazzo Pubblico avrebbe vinto, quella sulle spese per la manutenzione straordinaria del Palazzo di Giustizia...
"Abbiamo fatto causa per le spese pregresse. Fino a che non è passato di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia, l’accordo era che il Ministero avrebbe rimborsato al Comune tutte le spese di manutenzione sostenute. Cosa che non è avvenuta".
Di quanto parliamo?
"Di alcuni milioni di euro. Abbiamo fatto un decreto ingiuntivo: a Genova il Tribunale ha dato torto al Comune, a Siena ha accolto il decreto con provvisoria esecuzione. E’ ovvio che, finché non sarà definitiva la sentenza sui derivati, e il decreto ingiuntivo su Palazzo di Giustizia, quei milioni di euro sono congelati nel bilancio del Comune. Non possono essere spesi, ma intanto sono accantonati".
Sarebbero 10 milioni...
"Sì, più o meno. L’aspetto più divertente è vedere dipendenti del ministero di giustizia dare torto al loro datore di lavoro".
Due vittorie da avvocato. Perché non vuole parlare di bilanci politici da sindaco?
"Perché è presto, bisogna dare tempo alle cose di sedimentarsi. Con lei parlavo dei timori di una terza guerra mondiale. Oggi ce la troviamo nel carrello della spesa e quando andiamo a fare il pieno all’auto".