"Carissima, non ci conosciamo, ma dopo avere letto le tue parole ho sentito il bisogno di scriverti e farti sentire la mia vicinanza di donna e di rappresentante delle istituzioni in quanto assessora alle Pari opportunità del Comune di Reggio Emilia. Da anni mi impegno ogni giorno in una battaglia culturale con l’idea che un altro mondo è possibile, un mondo che pone al centro i diritti delle persone, un mondo accogliente, inclusivo e gentile". Inizia così la lettera aperta di Annalisa Rabitti, assessore del Comune di Reggio Emilia, rivolta alla studentessa senese di 23 anni che ha scritto a La Nazione dopo la frase del radiocronista Rai che ha parlato di "gol meraviglioso che mette a tacere le polemiche", riferendosi alla rete di Manolo Portanova, il calciatore della Reggiana condannato con rito abbreviato per stupro insieme allo zio e ad un minorenne.
"Nel nostro Paese ci sono ancora troppe persone che fanno affermazioni con una leggerezza disarmate, e credo che quelle parole esprimano pensieri che hanno radici culturali antiche e che continuano a infestare generazioni su generazioni. Ma se le parole lasciano un segno, vorrei poter dare il mio contributo nel provare a mettere un seme diverso nella speranza di poterti fare sentire meno sola anche solo per pochi istanti. Così come ho elogiato tante volte la Reggiana Calcio per le numerose iniziative verso i fragili, che hanno mostrato una grande sensibilità della società, allo stesso modo, con fermezza e chiarezza ho detto che la Reggiana Calcio ha fatto una scelta sbagliata nel mettere sotto riflettore questo giocatore in un momento in cui su di lui grava una condanna di primo grado così pesante", sostiene l’assessora.
"Ci sono tante altre persone, uomini e donne che abitano la nostra città, che hanno preso posizione. Molti tifosi e tifose della Reggiana hanno scelto di non rinnovare l’abbonamento, rifiutandosi di andare allo stadio ad esultare per i gol, dimenticando quanto accaduto; molti cittadini e cittadine si sono espressi pubblicamente sui giornali locali dissociandosi dalla scelta della società calcistica; la Casa delle Donne di Reggio Emilia ha promosso una riflessione costante sul tema della violenza sessuale, del consenso rivolgendosi alla città e in tanti hanno risposto mettendoci la faccia. Reggio Emilia non è silente e spero che queste voci escano sempre di più. Questa è una battaglia che richiede impegno e costanza, insieme possiamo cambiare le regole del gioco".