"Stop al Tubone", in arrivo il terzo ricorso

Dopo il Comune di Colle e i proprietari dei terreni sotto esproprio, sostenuti dal Comitato Elsa Viva, si muove anche Italia Nostra

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Dopo il Comune e i proprietari dei terreni sotto esproprio (con l’appoggio del Comitato Elsa Viva) anche l’associazione Italia Nostra è pronta a scendere legalmente in campo contro il progetto idroelettrico. Sono infatti in procinto di diventare tre i ricorsi presentati da istituzioni e associazioni colligiane contro l’operazione che prevedrebbe lo sfruttamento delle acque dell’Elsa per la produzione di elettricità, grazie anche alla posa di una condotta forzata nei canali delle Gore (il così detto "Tubone"): il principale, presentato dall’amministrazione comunale, è attualmente in carico al Tribunale delle Acque. In appoggio a questo – ad adiuvandum, utilizzando il linguaggio legale – sono in arrivo in questi giorni altri due provvedimenti. Il primo sarà presentato dai proprietari dei terreni sotto i quali dovrebbe passare la condotta e che sono sottoposti a un procedimento per l’ottenimento del diritto di servizio da parte delle ditte titolari del progetto. A sostegno di questa prima azione si è schierato il Comitato Elsa Viva, che ha coordinato una raccolta fondi tra i colligiani per fornire assistenza economica ai proprietari.

A presentare il secondo ricorso sarà l’associazione Italia Nostra, che da decenni si occupa di difendere le bellezze storiche e paesaggistiche del territorio, con l’appoggio del Wwf. Come ha spiegato la presidente della sezione senese, Laura Comi, questa azione legale sarà concentrata sulle problematiche ambientali che il progetto potrebbe provocare: "Già a partire dal 2020 abbiamo fatto ripetute osservazioni alle delibere regionali, poiché il progetto manca di una valutazione preliminare d’impatto ambientale che tenga conto dei dati sulla portata fluviale, in particolare durante la stagione secca, nonché del Deflusso Ecologico, la quantità d’acqua necessaria a sostenere l’ambiente – si evidenzia –. I nostri esperti avevano subito evidenziato che il prelievo sarebbe stato superiore all’intera portata del fiume, rischiando il disseccamento senza garantire la produzione di elettricità, oltre al fatto che la ditta titolare del progetto aveva presentato, come dati sulla portata, quelli rilevati non al ponte di San Marziale, bensì molto più avanti, dove il fiume è arricchito da altri corsi d’acqua".

E infine: "Il progetto è inefficace e inaccettabile da qualsiasi punto di vista. Con questo ricorso, Italia Nostra e Wwf vogliono deplorare il modo abituale della Regione e del Governo di approvare, con la scusa dell’urgenza, progetti ambientali legati a grossi finanziamenti senza misure per la salvaguardia del territorio".

Marco Brunelli