Palio vinto: Tittia fa il fioretto. E porta i guardia-fantini del Drago a Venezia

Giovanni De Luca: "L'aveva promesso, ha pagato tutto lui. Siamo andati anche al casinò"

Selfie di Tittia e guardia-fantini in piazza San Marco

Selfie di Tittia e guardia-fantini in piazza San Marco

Siena, 15 dicembre 2022 - «Se c’è un debito morale o di parola da pagare? No, però faremo un viaggio con i guardia-fantino. Promesso». Così Tittia nel faccia a faccia a La Nazione con il capitano del Drago Jacopo Gotti, il 16 luglio scorso. Quattro mesi dopo, in silenzio, il sardo tedesco che ha raggiunto quota nove successi ha organizzato il fine settimana-fioretto legato alla vittoria del Palio di Provenzano con Zio Frac appunto nel Drago. «Appena leggemmo l’intervista su La Nazione ci fu un giro di screenshot: ’allora si parte davvero’. Tittia ce l’aveva promesso in caso di successo ed è stato di parola», racconta Giovanni De Luca. Uno dei guardia-fantini vittoriosi che hanno trascorso sabato e domenica scorsi insieme appunto a Tittia a Venezia. A spese del fantino, naturalmente. Altrimenti che fioretto sarebbe stato. Se non fossero le foto a documentarlo riuscirebbe difficile credere che sia davvero il nome che detta legge sul tufo quello con gli stivali di gomma perché in piazza San Marco c’era l’acqua alta. Oppure davanti all’enorme albero di Natale nella Serenissima e sul ponte di Rialto.  Di più. «Se vinciamo vi porto a Venezia al casinò, aveva azzardato Tittia nei quattro giorni di Palio. Ci siamo stati davvero», svela De Luca indicando la fotografia del gruppo davanti all’ingresso. Con il sardo-tedesco c’erano anche Niccolò Bacarelli, Gianluca Cetoloni, Vittorio Tognazzi, Francesco Secciani e Matteo Giorgi.  «Siamo partiti sabato mattina in treno e tornati domenica sera. Era un freddo non comune, l’acqua alta in piazza San Marco. Subito aperitivo, quindi la cena, una puntata al casinò perché la promessa andava mantenuta. Tutti eleganti. Giovanni ha chiamato mille volte a casa perché ha gli impegni con la scuderia importanti, lui non molla mai il suo lavoro. Un’esperienza bellissima, durante i quattro giorni il clima è diverso. A Venezia ci siamo sentiti tutti suoi amici», conclude Giovanni De Luca.