MASSIMO BILIORSI
Cronaca

’Siena così per ridere’. L’ironia di Giannelli capace di far vivere: "le piccole figure"

Presentato in Biblioteca Comunale il libro del celebre vignettista. Ascheri: "Mai come oggi abbiamo bisogno di buone notizie". Civai: "In questo volume c’è poco da leggere e molto da guardare".

’Siena così per ridere’. L’ironia di Giannelli capace di far vivere: "le piccole figure"

Alcune generazioni di senesi si sono affacciate al mondo, sono cresciute, hanno cominciato a comprenderne il senso di quel pezzo di Terra che va da Porta Camollia a Romana, attraverso i disegni di Emilio Giannelli. Così questa sua nuova pubblicazione, la millesima fra l’altro per l’editore Betti, rappresenta una sorta di buona guida al senso delle cose che muovono questo particolare microcosmo.

Alla Biblioteca Comunale è stato presentato del "mancino del Drago", il libro "Siena così per ridere". Mai momento è così adatto per guardarsi allo specchio dell’ironia: "C’è necessità di buone notizie!" ha ricordato nei saluti Raffaele Ascheri, presidente di questa ultrasecolare istituzione.

"Chi fa questo lavoro a questi livelli, ricordando il Giannelli da La Repubblica a il Corriere della Sera, deve conoscere a fondo l’uomo, i suoi difetti, nel coraggio di testimoniare un lato spesso nascosto delle cose". Questo "senese di altri tempi", come ha rammentato Ascheri, riesce ad essere se stesso anche in momenti dedicati all’abbandono, come la vittoria di un Palio, puntualizzando lo strapotere dei fantini.

Emilio Giannelli è semplicemente unico: l’ironia non l’ha mai abbandonato ed è un lato della sua affabile genialità. Così in questa pubblicazione, descritta per capitoli in questa serata da Mauro Civai, c’è poco da leggere e molto da guardare. Questa volta il tema è la sua città, che cambia inesorabilmente ma senza nessun accenno al possibile dolore. Solo una punta di sarcasmo. Una punta tuttavia avvelenata: dalle oggi "Bocche utili", quei turisti che affollano la piazza, alle statue del Duomo che ancora raccontano e guardano il mondo stravolto dei nostri giorni. Insomma, il grande Emilio, o come si chiamava un tempo Emgia, ci rammenta che l’umanità oggi si prende troppo sul serio. Questo è l’attuale peccato originale.

Se invece si fosse guardato il mondo attraverso la lente di Giannelli, sicuramente la storia avrebbe avuto un altro corso. Più nobile e più disincantato. Come ricordava Civai, la sua confidenza con i Santi, qui raccontati in alcuni disegni, ci mostra che questa è una città dove chi vedi passare per strada è inesorabilmente uguale a te, magari soffre per la sua Contrada, fa la coda al supermercato, sposta i tavoli per la cena della Prova Generale. Insomma, un maledetto senese.

"Vista la grandezza delle vignette – ci ha ricordato nel finale lo stesso autore – ho potuto fare quello che mi è impedito nel quotidiano, giocare sui particolari, dedicarmi ad ogni figura fatta vivere". Ma Emilio Giannelli, oltre la sua immensa fama nazionale, resterà sempre quello che ci incantava con quelle caricature nei Numeri Unici anni Sessanta. Tanto che veniva da pensare che fossero personaggi creati da lui che poi si erano magicamente materializzati. Un creatore di fiabe di eroi del nostro pianerottolo.