Colpo di scena, scarcerato il "re" della truffa

Meocci, arrestato il primo settembre per aver promesso presunti affari e investimenti alle sue vittime. È tornato ieri ai domiciliari

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Siena, 4 settembre 2022 - Colpo di scena nel caso del presunto businessman del lusso arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Si spacciava per "Riccardo Menarini, della famosa casa farmaceutica...", sostengono gli investigatori. Era in realtà uno dei nomi più conosciuti in provincia di Siena per i suoi raggiri mirabolanti. Roberto Meocci, 56 anni, di Sinalunga ma da tempo residente ad Arezzo. Finito in carcere il primo settembre scorso perché arrestato dalla polizia giudiziaria della guardia di finanza di Firenze sollecitata a lavorare su tre denunce. A giudizio di quest’ultima raggiri che l’uomo avrebbe compiuto approfittando dei permessi per uscire per motivi di salute visto che si trovava ai domiciliari. E proprio grazie ai suoi avvocati – il legale storico, che lo segue da una vita, Fabio Andreucci di Montepulciano, e Francesco Cherubini del foro di Arezzo – ieri Meocci è tornato nella sua abitazione aretina. Un colpo di scena perché quello che tutti chiamano il ’re’ della truffa non era ancora stato neppure interrogato dal gip di Firenze. Il 2 settembre i suoi legali hanno depositato "una memoria difensiva – si limita a dire l’avvocato Andreucci – con la quale il giudice è stato portato a conoscenza di elementi di fatto che non sapeva attinenti alla persona indagata". Grazie ad essa il gip ha dunque revocato la misura cautelare in carcere disponendo i domiciliari per Meocci. Che tuttavia lunedì si presenterà per l’interrogatorio davanti al gip a cui potrà raccontare la sua verità. Come noto, l’inchiesta condotta dal sostituto Marco Mescolini ha portato a contestare all’uomo una raggiro per circa 200mila euro. Avrebbe promesso affari e investimenti, poi le somme raccolte finivano in un conto della compagna che ha solo l’obbligo di dimora come pure gli altri due indagati, uno di Montepulciano e l’altro, il suo autista, di Prato.

Meocci, che era tra l’altro salito alla ribalta della cronaca per la presunta truffa ad Eva Mikula, la donna della banda della Uno Bianca, dagli anni ’90 ad oggi è riuscito a vestire con un’abilità incredibile i panni di avvocato, di manager e di seduttore e persino principe. Elegante, malandrino, audace, i mille volti del sinalunghese sono ancora una volta racchiusi nei fascicoli delle procure toscane – Siena, Arezzo e ora Firenze – ma anche italiane aggiungendo nuove, incredibili storie a quelle che, già dal 1990 lo vedono comunque, nel bene e nel male, protagonista.