"Ci siamo stancati dei minuti di silenzio, è il momento di alzare la voce di fronte alle donne uccise dalla violenza di genere, alle vittime delle guerre, per chi muore sul posto di lavoro". Samuele Picchianti, presidente del consiglio studentesco, inizia così il suo intervento. "Giulia Cecchettin avrebbe dovuto festeggiare la laurea,invece è l’ennesima vittima della violenza di un uomo. I femminicidi sono l’apice di una violenza patriarcale che si insinua nei nostri comportamenti". Molti i temi affrontati da Picchianti: "Ci appare contradditorio che l’Università si dichiari neutrale, sostenibile, inclusiva, e non riesca a condannare i bombardamenti su Gaza, a far cessare le collaborazioni con le aziende produttrici di armi. L’università sta diventando un luogo di selezione, con un unico metro di valutazione: il merito. Ma le condizioni di partenza sono disuguali, e voi non vi preoccupate di cancellare gli ostacoli che falsano la competizione". Poi, rivolgendosi a Di Pietra: "Rettore, l’università non può essere un’azienda che vende prodotti. Dobbiamo avere l’ambizione di trasformare in meglio la società. Ministro Bernini, il Pnrr poteva garantire molti finanziamenti, ma non c’è stato nessun investimento nel Dsu. La nostra è la generazione senza casa, viviamo in affitto durante l’università, non avremo uno stipendio. Serve un tetto agli affitti, un fisco che limiti quelli brevi, riusare patrimoni pubblici".
Eleonora Rosi