Sfreccia: patente sospesa Ma il giudice dice no

L’avvocato del senese che ha commesso l’infrazione a Malamerenda sostiene che per l’autovelox installato lì serviva in realtà l’omologazione

Migration

di Laura Valdesi

SIENA

Che dramma: una comunicazione della prefettura con cui veniva sospesa la patente automobilistica. Era arrivata il 9 dicembre, mandando nel panico il professionista senese che, per ragioni del suo lavoro, utilizza regolarmente la macchina. Di più: non ha orari codificati di entrata ed uscita. Da sempre gli occorre massima elasticità. Non sapeva come fare per uscire dal vicolo cieco, visto anche che durante il periodo natalizio e delle feste l’attività che svolge subisce un’accelerazione.

Che fare? Qui entra in scena l’avvocato Elisabetta Carloni. Che ricostruisce la vicenda. Simile a quella accaduta a centinaia e centinaia di automobilisti che ogni giorno percorrono la Cassia fra Siena e la Val d’Arbia. Sia chiaro: adesso l’autovelox che ha portato così tanti euro nelle casse del Comune di Siena per via delle multe per il mancato rispetto dei limiti di velocità, non c’è più. E’ stato tolto e sostituito in quel tratto dal ’tutor’. Ma il caso del senese finito davanti al giudice di pace Mereu è importante perché potrebbe rappresentare una via di uscita per molti che devono fare i conti, come il professionista, soprattutto con la sospensione della patente.

Andava forte al Colle di Malamerenda l’uomo, nel caso, nel maggio scorso. Erano stati superati i limiti di velocità consentiti e, quindi, era scattata una multa sostanziosa, intorno ai 700 euro. L’automobilista aveva messo mano al portafoglio, senza fare una grinza. Finché, appunto, non è arrivata la sospensione della patente per un mese, comunicata ad inizio dicembre. Sarebbe stata la rovina per lui, proprio sotto le festività. Così è stato presentato attraverso l’avvocato Carloni un ricorso. Facendo riferimento ad alcune decisioni su fatti simili nelle quali si pone questa distinzione: per alcune infrazioni del codice della strada sarebbe sufficiente il decreto di approvazione mentre per altre, come appunto quella contestata al professionista senese, serviva invece l’omologazione dell’apparecchio che attesta la conformità al prototipo.

Il giudice, nell’udienza del 21 dicembre scorso, ha intravisto probabilmente un minimo di fumus boni iuris decidendo la sospensione dell’ordinanza della prefettura. Sospiro di sollievo per l’imprenditore anche se la partita non è ancora vinta. La spada di Damocle pende ancora sulla sua testa. E’ stata infatti fissata l’udienza per entrare nel merito della questione il 22 febbraio prossimo. Solo allora si saprà se la sua tesi verrà definitivamente accolta rappresentando, nel caso, un importante precedente per molti automobilisti.