Scuola secondaria di primo grado "Arnolfo Di Cambio" - Colle Val d’Elsa

Smettiamola di guardare le persone con gli occhiali dello stereotipo. Idee dure a morire

Immagini mentali rigide, credenze, opinione diffusa e non verificata, semplificazioni della realtà, tutti questi sono stereotipi che ingabbiano la vita di molti ragazzi e spesso sono precursori di episodi di violenza e aggressione nei confronti di adolescenti più fragili, ragazzi che si tolgono la vita perché non sanno reagire.

Tutto questo è frutto di un disagio giovanile, che è in crescente aumento . L’adolescenza è sicuramente un periodo molto delicato, fatto di cambiamenti non solo nell’aspetto fisico ma anche nel modo di pensare. Questa trasformazione può provocare un disagio temporaneo nel ragazzo che spesso non si accetta o non si sente adeguato.

La società, la Tv e i social media ci mostrano personaggi sempre perfetti e bravi a fare tutto, modelli in cui calzare perfettamente per non sentirsi diversi. Cercano in qualche modo di ingessare le persone e il mondo ignorando la complessità e l’unicità di ciascuno e negando di essere ciò che si è. La condizione economica, l’orientamento sessuale, il genere, l’etnia razza, nonostante i dettati costituzionali di uguaglianza, sono elementi che possono creare stigmi sociali. Questo sicuramente crea inquietudine negli adolescenti che si sentono di non dover sbagliare. Ora più che mai è necessaria un’inversione di rotta, un cambiamento, noi giovani dobbiamo essere compatti nel cercarlo e non dobbiamo avere paura della diversità.

Un supporto fondamentale deve essere svolto dalle famiglie che devono ascoltare e dialogare, nonostante i ritmi frenetici lavorativi, i propri figli. La guida di diverse agenzie educative sul territorio, che lavorano quotidianamente per sensibilizzare tutti, adulti e adolescenti, può fare la differenza. Anche incontri con esperti, all’interno delle nostre aule, può aiutarci a sconfiggere quei pensieri rigidi e precostituiti, spesso negativi, e consentirci di assumere la responsabilità di pensare, di riflettere, per conoscere davvero gli altri e la realtà.

Dobbiamo abbattere quel muro di indifferenza sociale che spesso porta a negare o minimizzare episodi che possono sfociare in qualcosa di ingestibile e incontrollabile. Se vogliamo costruire una vera ripartenza e un nuovo modello di sviluppo, dobbiamo lavorare tutti insieme per piene e reali pari opportunità, che sono condizione imprescindibile di giustizia e uguaglianza.