REDAZIONE SIENA

International School of Siena: braccio di ferro tra scuola e genitori

Le famiglie degli studenti dell’International School contro i divieti imposti della direttrice. "Un ricatto"

"Il primo giorno di scuola gli insegnanti controlleranno chi ha diritto ad entrare a scuola". È la frase, scritta in una comunicazione in inglese, che ha fatto infuriare i genitori della International School of Siena già sul piede di guerra per una serie di atteggiamenti ’poco democratici’ tenuti dell’istituto nato una decina di anni fa grazie alla Provincia e alla Novartis, oggi Gsk. "Non vogliamo sottostare al ricatto della scuola – racconta a La Nazione un genitore che parla a nome di un’altra ventina di famiglie e che ha chiesto l’anonimato per evitare ripercussioni – che ha chiesto di firmare un regolamento nel quale si vieta la libertà di espressione e di associazione, quindi in palese violazione dei diritti. Vieta di parlare di problemi della scuola e di farlo sia a voce sia sui social network. Pena, l’esclusione dalla scuola che comunque comporta l’obbligo a pagare la retta per tutto l’anno".

E le rette sono decisamente salate. Si va dai 3-4mila euro per la scuola materna ai 12mila per la scuola elementare ai 18mila delle superiori. Ad essere messa al bando dalla direttrice, miss Lianne Knibb, è l’azione di lobbing, "gli sforzi dei genitori di esercitare pressioni su altri genitori saranno considerati controproducenti", si legge nel documento che alcuni si rifiutano di firmare e che potrebbe impedire l’ingresso a scuola giovedì degli studenti di genitori ribelli. È anche vietato "pubblicare sui social media (pagine personali, gruppi o siti della scuola)" lamentele, preoccupazioni e domande. Se i genitori non sottoscriveranno queste regole "la scuola si riserva il diritto di non continuare l’iscrizione", conclude il documento.

"Non vogliamo sottostare a ricatti e non vogliamo sottoscrivere atti decisi in maniera unilaterale dalla scuola senza alcun dialogo". Quello che non va giù ai genitori è "l’arroganza, l’atteggiamento prevaricatore delle norme del Paese dove operano. Un atteggiamento che reputiamo in contrasto con la policy della Gsk". La scuola conta, infatti, oggi circa 200 iscritti, molti, quasi il 50% sono figli di dipendenti della multinazionale farmaceutica. "Il 2 settembre, primo giorno di scuola, se i genitori non firmano questo atto unilaterale e vincolante, i bambini non saranno fatti entrare a scuola. E questo è un atto intimidatorio e noi faremo valere le nostre ragioni. Non accetteremo questo ricatto".

Andrea Settefonti