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"Sciarra, è successo l’imprevedibile"

Parla il cardiologo accusato di omicidio colposo. Sul banco dei testimoni. anche l’ex primario Carlo Pierli

"E’ accaduto un evento irreparabile, repentino. Un evento mai documentato nella letteratura scientifica. Non esiste un caso", spiega il cardiologo Alessandro Iadanza al giudice Chiara Minerva. Ad ascoltarlo, senza fare una grinza, i familiari di Gianfranco Sciarra, politico e fondatore dei Verdi, oltre che dirigente Asl scomparso a 63 anni il 28 novembre 2015.

Il medico delle Scotte, conosciuto ed apprezzato, un professionista serio che ha salvato tante vite, è accusato di omicidio colposo. Fermo ieri nel ricostruire quanto accaduto nel novembre di cinque anni fa ma le sue parole lasciavano tuttavia trasparire una sofferenza intima nel trovarsi lì per rispondere di un’accusa che nega. E rigetta. Passaggio dopo passaggio. E’ apparso chiaro dal suo esame annunciato nell’udienza del gennaio scorso. Poi c’è stato il lockdown ed è slittato tutto a settembre. Iadanza, difeso dagli avvocati Paola Rosignoli e Stefano Cencini, ha fatto riferimento al primo intervento cui si era sottoposto Sciarra, senza conseguenze. E alla necessità di completare però il lavoro alcuni mesi dopo. A novembre 2015, appunto. Viene ripercorsa la procedura, "estremamente complessa". L’intervento interrotto per la dissecazione – e non perforazione – della coronaria. La spiegazione delle scelte fatte nell’interesse del paziente che era stato dimesso a seguito di una valutazione collegiale in quanto i valori facevano ritenere che fosse opportuno mandarlo a casa. Impossibile prevedere l’evoluzione anomala, unica a suo dire, che si è poi verificata. C’è stata un’emorragia, quindi il decesso per tamponamento cardiaco, come evidenziato dall’accusa sostenuta ieri dal pm Nicola Marini.

L’avvocato di parte civile dello studio Notari si sofferma sul consenso informato, sulla gestione delle dimissioni. Testimonia poi un collega di Iadanza, quindi Carlo Pierli, nome eccellente della sanità senese. Responsabile dell’Emodinamica fino al 2018, primario ora in pensione. "Siamo stati scrupolosi – argomenta nella sua testimonianza – purtroppo è accaduto l’imprevedibile".

Il giudice Chiara Minerva ha poi rinviato l’udienza per ascoltare i periti e, nella stessa data, dovrebbe arrivare la sentenza sul caso che si gioca tutto sugli aspetti tecnici e sulle consulenze.