
Per la chiesa e il popolo di San Gimignano la prima domenica d’agosto è dedicata alla solenne festa del Ringraziamento a Santa Fina con la storia che torna indietro di secoli, alle pagine della pestilenza del 1478. Attraverso l’intercessione della preghiera e la devozione, la città fu salvata dal terribile morbo. Preghiere mai dimenticate fino ai giorni d’oggi per questa festa in onore della giovane santa, ricordata fra l’altro, durante la solenne concelebrazione eucaristica in duomo e presieduta dall’Arcivescovo di Siena monsignor Augusto Paolo Lojudice, con venti sacerdoti all’altare.
Con la solenne benedizione del Vescovo con il busto della santa al popolo e all’intera Valdelsa dalle porte del Duomo. Un rito che si ripete oramai da secoli. All’interno della testa della reliquia si trova un piccolo frammento del cervello di santa Fina come ha ricordato dal pulpito don Mauro Fusi, parroco della insigne Basilica, alla presenza della comandante del corpo della Municipale, del comandante dei carabinieri, del direttore del carcere di Ranza e di tutto il popolo delle torri. Distanziati come da regolamento sanitario. LArcivescovo durante l’omelia ha ricordato il delicato momento della pandemia con particolare attenzione ai ragazzi e ai giovani dell’Azione cattolica diocesana che si sono ritrovati in ritiro spirituale nel monastero delle monache di clausura. Soprattutto si è soffermato sulla liturgia del Vangelo secondo Matteo nella XVIII domenica del tempo ordinario e sulla tragica morte dell’apostolo Giovanni Battista.
Romano Francardelli