San Gimignano celebra il santo patrono con l’arcivescovo

San Gimignano celebra Santo Geminiano, patrono delle torri, con una festa religiosa seguita da una fiera. La reliquia del dito del santo è custodita nella cappella del Ghirlandaio. Il cardinale Lojudice presiederà una messa solenne e benedirà la città con la sacra reliquia. La storia della reliquia risale al funerale del vescovo di Modena nel 397. Un chierichetto della Valdelsa rubò l'anello del vescovo e si staccò un frammento del dito. Il popolo di San Gimignano cambiò il nome della città in onore del santo.

San Gimignano celebra il santo patrono con l’arcivescovo

San Gimignano celebra il santo patrono con l’arcivescovo

San Gimignano oggi ricorda Santo Geminiano, vescovo di Modena, ma patrono del popolo delle torri, oltre che di Modena e di Pontremoli. Un protettore e custode di tre città. Dentro le mura questa festa della chiesa è seguita dalla tradizionale fiera nelle piazze e fra le navate del Duomo dove nella restaurata cappella del Ghirlandaio (nella foto il parroco don Gianni Lanini) è custodita la preziosa reliquia del dito del santo. Alle 18 nella Basilica solenne concelebrazione presieduta dal cardinale e arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice, con i sacerdoti del territorio e il parroco e proposto don Gianni Lanini, accompagnato dalle voci della corale di San Gimignano. Saranno presenti le tre delegazioni con i gonfaloni guidati dal sindaco Andrea Marrucci, quello di Modena, di Pontremoli e la delegazione della Confraternita di San Geminiano di Modena, alla presenza delle maggiori autorità cittadine e della comunità.

Le delegazioni offriranno la tradizionale Cera e l’Olio votivo per illuminare la prestigiosa cappella del santo protettore. Alla fine della messa, solenne benedizione dell’arcivescovo alla città e alla Valdesa con la sacra reliquia. Tornando alla storia del frammento del dito del santo, si racconta che al funerale del Vescovo di Modena nell’anno 397 fosse presente un chierichetto della Valdelsa che cercò di sfilare da una mano l’anello del Vescovo ma si staccò anche una parte del dito. Durante la fuga, preso da rimorso, arrivato nel borgo delle torri, il chierichetto confessò il gesto sacrilego. L’anello fu restituito al popolo di Modena e il frammento del dito rimase nella chiesa di San Gimignano. Da allora il popolo del piccolo borgo volle cambiare il nome della città da ’Silvia’ a San Gimignano.

Romano Francardelli