Risveglio dal coma indotto Per Zanardi nessuna data

I medici non hanno deciso quando iniziare a interrompere la sedazione. C’è da attendere per valutare i danni neurologici e sciogliere la prognosi .

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C’è attesa per le prossime mosse dell’equipe miultidisciplinare che segue Alex Zanardi al policlinico Le Scotte, dopo l’incidente sulla strada provinciale 146 di Pienza, avvenuto il 19 giugno. Da quel giorno l’ex pilota di Formula Uno è in terapia intensiva, tenuto sedato in coma farmacologico. La decisione che si attende dallo staff medico è l’uscita progressiva proprio dal coma farmaceutico, ma i tempi sono ancora ignoti: le uniche indicazioni trapelate erano state riferite dal professor Sabino Scolletta, direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza e dal dottor Giuseppe Oliveri, direttore della neurochirurgia che lo aveva operato, che avevano ipotizzato – nella lettura dei bollettini medici dei primi giorni – un periodo di un paio di settimane, poi il progressivo risveglio, in concomitanza con il miglioramento delle condizioni cliniche. Previsioni che non sono mai state confermate nei bollettini medici usciti dal policlinico senese. Va detto che le condizioni neurologiche continuano ad essere definite gravi, per cui bisognerà ancora attendere prima dello scioglimento della prognosi. E prima di poter valutare i danni che Zanardi ha riportato nel violento impatto della sua handbike con il tir. Un’attesa che fa stare con il fiato sospeso le tante persone che seguono questa drammatica vicenda e sperano assieme alla famiglia, sempre vicina ad Alex. Intanto, secondo quanto si apprende, la situazione, dopo il terzo intervento chirurgico di lunedì, non registra variazioni. Ripercorrendo la drammatica vicenda, il 19 giugno l’incidente nel corso della staffetta benefica ‘Obiettivo Tricolore’. Quindi la corsa al policlinico Le Scotte, dove Zanardi è stato trasportato con l’elisoccorso e il primo intervento eseguito dal dottor Giuseppe Oliveri, direttore della neurochirurgia alle Scotte: da quel momento Alex è in terapia intensiva, intubato e supportato da ventilazione artificiale. E da quel primo referto il quadro neurologico è sempre definito grave. Di lì parte il neuromonitoraggio, con valutazione costante da parte di un’équipe formata da anestesisti-rianimatori e neurochirurghi, affiancata da un team multidisciplinare in base alle esigenze cliniche. Il 29 giugno, poi, la direzione sanitaria dell’ospedale informa che, ‘nell’ambito delle valutazioni diagnostico-terapeutiche effettuate dall’équipe che ha in cura l’atleta, è stata effettuata una TC di controllo. Tale esame diagnostico ha evidenziato un’evoluzione dello stato del paziente che ha reso necessario il ricorso ad un secondo intervento di neurochirurgia’, eseguito sempre dal dottor Oliveri. E, infine, lunedì 6 luglio, il terzo intervento chirurgico, questa volta al volto e alle ossa del cranio, eseguito dall’equipe del professor Paolo Gennaro, direttore di di Chirurgia Maxillo-Facciale. p.t.