
Il ristoratore aveva chiamato la polizia chiedendo l’intervento degli agenti a seguito del parapiglia che si era verificato
Una rissa violenta, nel vicolo di Pier Pettinaio. Era il 23 dicembre 2021, in piena pandemia. Un caso clamoroso, di cui si parlò per giorni. La dinamica è stata ricostruita faticosamente nel processo giunto ieri alle battute finali. E che vede imputate cinque persone: quattro giovani residenti alcuni nel comune di Rapolano e uno a Siena, di origini straniere, più un senese di 46 anni, quest’ultimo difeso dall’avvocato Cristian Pollini mentre gli altri sono assistiti tra gli altri da Filomena D’Amora e da Roberto Romagnoli. Ieri sono stati ascoltati gli ultimi testimoni, poi il giudice Simone Spina ha dichiarato chiuso il dibattimento. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per tutti a 6 mesi, unitamente alla trasmissione degli atti alla procura affinché valuti se ci sono gli estremi del reato di falsa testimonianza proprio per una delle persone che ha deposto nel processo.
L’avvocato Alessandro Betti, che tutela la parte civile – un noto ristoratore senese – ha richiamato in aula la chiarezza di quanto esposto dal suo assistito il 13 maggio scorso ribadendo di aver preso un colpo proprio in quella circostanza. Per la cronaca, riportò 5 giorni di prognosi mentre un altro uomo coinvolto nel parapiglia ebbe la frattura del metacarpo. Quest’ultimo, anch’esso parte offesa nel processo, è residente a Siena ma nato in Kosovo. La sentenza arriverà solo a inizio luglio, dopo eventuali repliche.
"C’era stata una festa di compleanno – ha raccontato un testimone ieri al giudice – , un nostro amico si era sentito male urtando il menù esterno di un ristorante". Aveva bevuto, lo aveva fatto cadere. Sarebbe stata questa, secondo l’uomo, la scintilla. Poi sarebbero a suo dire volati schiaffi, lui si sarebbe messo in mezzo, sulla porta "per non far succedere niente".