PAOLA TOMASSONI
Cronaca

Esame di maturità. Marsili: "Come in gara. Serve determinazione ma anche leggerezza"

Il campione del mondo di pattinaggio corsa e Mangia 2025 racconta la sua esperienza al Sarrocchi dieci anni fa: "Gli atleti sono abituati a organizzarsi. Non ho studiato troppo ma sono riuscito sempre bene".

Il campione del mondo di pattinaggio corsa e Mangia 2025 racconta la sua esperienza al Sarrocchi dieci anni fa: "Gli atleti sono abituati a organizzarsi. Non ho studiato troppo ma sono riuscito sempre bene".

Il campione del mondo di pattinaggio corsa e Mangia 2025 racconta la sua esperienza al Sarrocchi dieci anni fa: "Gli atleti sono abituati a organizzarsi. Non ho studiato troppo ma sono riuscito sempre bene".

Sono passati dieci anni dalla sua maturità e tante altre prove, tutte affrontate con determinazione ma anche la ‘spensieratezza’ di chi sa di aver dato il massimo, al di là del risultato. Così nello sport come nello studio, due attività conciliabili. Protagonista della storia odierna ed esempio per i maturandi di oggi è Duccio Marsili, 28enne senese campione del mondo di pattinaggio corsa e Mangia 2025: il messaggero dello sport senese - con i colori della Mens Sana 1871 - si è diplomato dieci anni fa al liceo del Sarrocchi, nell’anno del passaggio dal Tecnologico alle Scienze applicate; e a seguire è arrivata la laurea in Fisioterapia.

Sport e studio, l’uno esclude o limita l’altro?

"No, anzi. Quando fai sport ad alto livello, certo lo studio non è prioritario ma lo porti avanti forse anche meglio di chi non ha un altro impegno. Gli atleti sono abituati ad organizzarsi. Io non sono mai stato un grande studioso: avevo doppio allenamento ogni giorno, 4 o 5 ore al giorno, 20 ore a settimana, eppure sono sempre riuscito anche a studiare e farlo bene. Poi lo sportivo ha quell’inclinazione alla determinazione: devi fare tutto puntando al miglior risultato".

Non eri un secchione dunque.

"No, ma sono sempre andato bene: alle superiori avevo la media dell’8, mi sono laureato con 108 su 110. Se non è stato la mia priorità, non ho comunque mai trascurato lo studio, né pensato di interromperlo. Del resto il pattinaggio non è uno sport professionistico e seppure è un lavoro nel tempo che richiede, devi fare anche altro".

Come è stata la tua maturità?

"Un po’ di ansia c’è sempre prima di una prova. Quello è stato il primo vero esame e mi ha messo in difficoltà. Quell’anno dovevo andare al mondiale, pertanto avevo già dato priorità allo sport: mi allenavo tanto, facevo bicicletta la mattina presto, alle 6 prima di andare a scuola. Però la tensione l’ho sempre vissuta bene, quella dell’esame come quella della gara. Ricordo con piacere gli anni delle superiori, anche con un po’ di nostalgia".

Partiamo dallo scritto, la prima prova d’esame.

"La materia dove andavo peggio era italiano: nei temi facevo collezione di 4 e mezzo. Alla maturità ho puntato sul saggio breve e, non so come, ho avuto 14 (su 15). La seconda prova, matematica, poteva andare meglio. Alla fine ho preso 28 su 30".

L’orale?

"Al tempo ero un po’ stravagante (sorride ndr). Mi sono presentato con una tshirt con davanti la scritta ‘prof oggi relax’ e dietro ‘otto politico’. È stato divertente. Del resto ho sempre affrontato le prove con leggerezza, serenità. La maturità è una tappa della vita, ti aiuta ad affrontare quel che verrà dopo, ma non è fondamentale. A 18 anni sei adulto ma ancora piccolo".

La notte prima dell’esame?

"Sono andato a letto presto, per cercare dormire più possibile. Come faccio anche oggi prima di qualsiasi impegno. Ricordo invece i 100 giorni prima della maturità, con la classe a Follonica: siamo andati in discoteca e l’indomani avevo una gara a Piombino. Ho fatto fatica, ma è stato divertente".

Paola Tomassoni