REDAZIONE SIENA

Tentato omicidio a colpi di forbici. Cameriere condannato a 9 anni e 4 mesi: "Ma per me il vero colpevole è fuori"

L’imputato era in aula quando il gup Grandinetti ha pronunciato la sentenza. Risarcimento di 15mila euro. Il difensore del nigeriano di 33 anni ha ribadito che si è trattato di legittima difesa. Ricorso in appello.

Un giallo risolto in pochi giorni dai carabinieri valdelsani, quello di via Campana. Sono bastate. 96 ore per individuare l’autore del grave ferimento (foto archivio)

Un giallo risolto in pochi giorni dai carabinieri valdelsani, quello di via Campana. Sono bastate. 96 ore per individuare l’autore del grave ferimento (foto archivio)

di Laura ValdesiSIENA"Il vero colpevole per noi è fuori", si limita a commentare l’avvocato Stefano Borgheresi appena il giudice ha emesso la sentenza sul giallo di via Campana a Colle Val d’Elsa. Condannando con rito abbreviato l’imputato – un cameriere nigeriano di 33 anni dal settembre scorso in cella e ieri accompagnato in tribunale dalla polizia penitenziaria – a 9 anni e 4 mesi. Il pm Serena Menicucci ne aveva chiesti 9, senza attenuanti. Il gup Andrea Grandinetti ha disposto anche un risarcimento per la parte civile, assistita dall’avvocato Manfredi Biotti, di 15 mila euro in via definitiva più 2700 per le spese legali. Fra trenta giorni le motivazioni della sentenza che, con forte probabilità, verranno impugnate dall’avvocato Borgheresi.

Non era in aula ieri mattina l’uomo di origine libica salvo per miracolo dopo essere stato raggiunto da ben nove colpi di forbice, a fine agosto 2024. Un gravissimo episodio, avvenuto neppure 10 mesi fa in una casa poco distante dagli uffici comunali, che aveva creato grande allarme sociale nella cittadina valdelsana finché i carabinieri della compagnia di Poggibonsi non avevano fermato il nigeriano. Preoccupazione per l’efferatezza del gesto ma anche perché si temeva che il presunto aggressore potesse allontanarsi.

Si è trattato di legittima difesa, ha sempre rivendicato l’imputato. Non intendeva ucciderlo. Era stato lui, la linea difensiva, a venire aggredito dalla parte offesa giorni prima. Lo stesso era accaduto di nuovo a fine agosto 2024 quando poi, per difendersi, appunto, avrebbe sferrato la raffica di colpi all’addome e al petto con un paio di forbici da pota mentre i due si trovavano nell’abitazione di via Campana. Il ferito la mattina del 26 agosto venne trovato su un divanetto della camera da letto, privo di sensi. Colpito (quasi) a morte tanto che fu poi sottoposto alle Scotte a diversi interventi chirurgici.